Una Ferrari 500 TRC del 1957 sarà battuta all’asta dagli specialisti di RM Sotheby’s, nella sessione di vendita di fine maggio a Culver City, California. Si tratta di quella con telaio numero 0658. In pratica è la prima della specie ad essere stata costruita. L’auto ha una provenienza documentata. Nel corso degli anni si è alternata nei garage di alcuni importanti collezionisti.
Questa barchetta da corsa dispone della certificazione Ferrari Classiche, con libretto rosso, ottenuta nel 2005. Ora torna sul mercato. Le stime della vigilia restringono la platea dei sognatori, ballando in un range fra 7 e 9 milioni di dollari (pari, rispettivamente a 6,5 e 8 milioni di euro).
La Ferrari 500 TRC di cui ci stiamo occupando è stata restaurata dalla Carrozzeria Brandoli. Vanta, fra l’altro, la partecipazione a 21 edizioni della Mille Miglia Storica, tra il 1993 e il 2014. Il suo stile è inebriante. Siamo al cospetto di una delle “rosse” più belle mai costruite. Questa Sport appartiene a una famiglia molto ristretta: solo 16 le auto della specie rimaste in vita.
Prima dei salotti il suo regno erano le corse
Tra il 1957 e il 1963 prese parte a 20 gare, ottenendo 10 vittorie di classe e 13 podi in totale. Fra i suoi impegni agonistici, anche la 12 Ore di Sebring, seconda tappa del Campionato Mondiale Sport Prototipi del 1957. Il futuro acquirente potrà ammirarla in garage, portarla nei più prestigiosi concorsi d’eleganza internazionali e partecipare a molti degli eventi automobilistici più rinomati al mondo, tra cui la Mille Miglia Storica, la suggestiva Le Mans Classic, il Goodwood Revival e il Colorado Grand Prix. Guadagnando sempre la scena.
Nell’ultimo decennio l’auto in esame ha trovato spazio centrale nella favolosa raccolta del cedente. Sotto la sua gestione, è stata usata con parsimonia e non è mai stata esposta al pubblico, in modo da preservarne l’inestimabile originalità. Questa Ferrari 500 TRC è una delle “rosse” a quattro cilindri storicamente più significative offerte in vendita negli ultimi tempi. L’esemplare appartiene a una famiglia di grande lignaggio.
Una Ferrari bellissima da ammirare e guidare
Per il suo look si colloca nelle più alte sfere del design. Incredibile la purezza dialettica della Sport emiliana, che coinvolge emotivamente, per il fascino dei suoi lineamenti, essenziali e senza fronzoli. Le prime due lettere della sigla sono l’acronimo di Testa Rossa: un nome portato al debutto dal modello di partenza (quello senza la C finale), presentato quando le lancette del tempo segnavano l’anno 1956. Tale scelta puntava ad evidenziare il colore dei coperchi delle punterie, ma anche a dare immediato risalto alle grandi modifiche eseguite sul motore da 2.0 litri della 500 Mondial, che andò a rimpiazzare.
Per cercare di vincere il confronto con la Maserati, rivale principale di quegli anni, Enzo Ferrari affidò il lavoro di aggiornamento del precedente modello a un tecnico di alto calibro, che godeva della sua stima: Vittorio Jano. L’obiettivo? Creare un’auto capace di imporsi in pista, per far brillare il “cavallino rampante” nella categoria di appartenenza. I risultati furono all’altezza delle aspettative, pur senza un impegno ufficiale della casa madre. I team privati, infatti, riuscirono a gestire efficacemente i mezzi a loro disposizione, mettendo a segno delle ottime performance. Una prova della qualità del progetto, davvero ben riuscito. Nel 1956, le 500 TR, insieme alla 750 Monza, 850 Monza e 290 MM, regalarono al Commendatore il terzo titolo marche consecutivo.
Energia rampante di piccolo frazionamento
Cuore pulsante del modello era il già citato motore a 4 cilindri in linea, da 2.0 litri di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 180 cavalli, a 7400 giri al minuto, su un peso a vuoto di 680 chilogrammi. Ottimo il tenore prestazionale, ben assecondato dalle doti strutturali del telaio in traliccio di tubi d’acciaio di vario spessore, su cui veniva ancorata la carrozzeria in alluminio. Il cambio era disposto anteriormente in blocco col motore.
L’auto proposta nell’asta americana di RM Sotheby’s è una Ferrari 500 TRC, evoluzione del modello iniziale della serie, che vi abbiamo appena descritto. Qui il sistema propulsivo non subì modifiche, ma il passo fu allungato, con 10 centimetri aggiuntivi fra i mozzi delle ruote, per assicurare una maggiore stabilità al veicolo, specie nelle curve a più ampio raggio. La lettera finale della sigla, aggiunta a quella iniziale, metteva in risalto l’aderenza del modello alle disposizioni dell’allegato C del Codice Sportivo Internazionale.
I tecnici del “cavallino rampante” dedicarono molte energie all’ottimale posizionamento degli organi meccanici, per accentrare e abbassare il baricentro. Cosa, quest’ultima, resa possibile in particolare grazie al posizionamento più basso del motore. Il look divenne ancora più gradevole, in virtù dei tratti più filanti. Adesso la meravigliosa tela espressiva veniva offerta nel pieno fulgore. Nel quartier generale di Maranello, però, interessava soprattutto che nella veste evolutiva il modello confermasse la striscia vincente dell’allestimento di partenza, quello senza la C finale. I risultati furono all’altezza del prestigio del marchio. Tanto di cappello ai progettisti!







Fonte | RM Sotheby’s