Ricordiamo bene quando quasi tutti i grandi brand dell’automotive ci avevano promesso un futuro dominato esclusivamente da veicoli elettrici. La mitica “mobilità green”, priva di carburanti fossili, sembrava ormai inevitabile. Eppure, il quadro attuale racconta una realtà ben diversa. L’esempio di Fiat, dal 2027 “solo zero emissioni”, sembra oggi essere sfumato via del tutto con le nuove scelte per la 500.
Diversi colossi del settore stanno rivedendo le proprie strategie e ammettendo, seppur a denti stretti, che la transizione totale all’elettrico potrebbe subire un rallentamento significativo. Un altro esempio eloquente arriva da Porsche, che ha recentemente lasciato intendere come alcuni dei suoi futuri modelli potrebbero essere equipaggiati con motori a combustione interna. E se nel segmento premium l’aria sta cambiando, nel mainstream il processo di riconversione è già in atto. E anche Fiat, storico marchio tricolore del gruppo Stellantis, ha deciso di invertire la rotta.
La nuova 500, inizialmente lanciata solo in variante elettrica, tornerà a breve anche con propulsione ibrida. La pre-produzione del modello è già iniziata nello stabilimento di Mirafiori, a Torino, e la produzione su larga scala è prevista per novembre. A regime, si punta a realizzare fino a 100.000 unità all’anno.
Il motivo di questa inversione di marcia è presto detto, oltre che noto a molti. La domanda per la Fiat 500 elettrica è stata inferiore alle attese. Diverse interruzioni nella produzione hanno evidenziato un mercato meno ricettivo del previsto. Così, circa un anno fa, Fiat ha annunciato l’arrivo di una nuova versione ibrida, capace di intercettare un pubblico più ampio e meno vincolato alle infrastrutture di ricarica.
Come in una sorta di ritorno alle origini, la presenza di un motore termico riapre scenari che sembravano tramontati. Con l’introduzione di un propulsore a benzina, per quanto in configurazione ibrida, si accende una speranza: quella di rivedere su strada una nuova, rombante Abarth 500. Il marchio dello Scorpione, oggi in difficoltà commerciali, potrebbe ritrovare nuova linfa grazie a questa scelta strategica. Il motore c’è, il know-how pure. Manca solo un po’ di coraggio per rianimare quel (chiassoso) spirito sportivo.