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Maserati Merak SS: 50 anni per la bella auto sportiva del “tridente”

Mezzo secolo di vita per l’energica coupé firmata da Giugiaro.

Maserati Merak 1

La Maserati Merak SS ha spento le sue prime 50 candeline. Questa vettura della casa modenese è entrata da poco nel mezzo secolo di vita. La sua presentazione avvenne in Svizzera, nel mese di marzo del 1975, al Salone dell’Auto di Ginevra. Non era un modello completamente nuovo, ma una declinazione ancora più sportiva della Merak, già in commercio da circa un triennio.

Alcune modifiche annunciavano il temperamento più vigoroso di questo allestimento (Tipo AM122/A). La più evidente, sin dal primo colpo d’occhio, era la griglia trasversale sul cofano, tra i due fari anteriori. Più marcate, forse, le modifiche eseguite nell’abitacolo, con una plancia di foggia diversa rispetto alla sorella minore e più vicina, sul piano delle alchimie stilistiche, a quella della Bora.

Alla migliore presa scenica del modello concorrevano le ruote di dimensioni maggiori, che ancoravano meglio la coupé modenese all’asfalto, rispetto alla versione “base”. Ovviamente tutto questo non era fumo negli occhi. Anche la sostanza, infatti, era più muscolare.

La Maserati Merak SS portava la potenza del V6 da 3.0 litri di cilindrata a quota 220 cavalli, grazie ad alcuni interventi eseguiti dai tecnici sul motore, ora dotato di carburatori più generosamente dimensionati e di un rapporto di compressione più spinto.

Il combinato disposto fra la superiore dotazione energetica e la minore cifra letta alla bilancia, grazie all’alleggerimento di mezzo quintale ottenuto sul peso, rendeva più vigoroso il piano prestazionale. Alcuni ritocchi eseguiti sul telaio ne decretavano una robustezza di livello superiore, con benefici sulla qualità dell’handling espresso dalla coupé emiliana.

La Maserati Merak SS fu la risposta della casa modenese alla concorrenza della Dino 308 GT4. Per fronteggiare la “rossa”, gli uomini del “tridente” scelsero di conferire un maggior vigore energetico alla Merak “standard”. Fu così che nel 1975 giunse sul mercato questa versione potenziata e alleggerita, che poco dopo il debutto sposò anche una trasmissione ZF.

Maserati Merak SS 1978 asta

Ormai possiamo parlare di un’arzilla cinquantenne. Il tempo vola anche per i miti e non c’è modo di fermarlo. Questa vettura, per quanto performante, aveva una grande versatilità, che ne faceva un’opera raffinata e funzionale, rispetto ai parametri mediamente espressi dalle auto sportive italiane degli anni ’70. Qualcuno la definisce come una supercar ante litteram, anche se con una certa inclinazione verso il tema del comfort.

Fa un certo effetto sapere che un modello dai tratti così sportivi abbia due sedili dietro, anche se adatti solo a dei bambini. Con la Maserati Merak SS si possono affrontare persino delle piccole trasferte familiari, giovandosi di un bagagliaio abbastanza capiente, ma non è certo questa la sua missione principale.

Giorgetto Giugiaro, autore del suo stile, è riuscito a fare un miracolo, coniugando al meglio tante variabili contrapposte fra loro, in un quadro grafico di notevole fascino. Dicevamo della superiore potenza espressa da questo allestimento rispetto alla Merak “base”. Per darvi un’idea del salto in avanti compiuto, ricordiamo che la sorella meno tonica esprimeva 190 cavalli.

Qui ci si è spinti oltre di 30 unità energetiche, al servizio del puro piacere di guida, con una forza dinamica più incisiva e un sound ancora più coinvolgente. Il vigore propulsivo, anche in questo caso, giunge al suolo sulle ruote posteriori, per il massimo divertimento.

Sul fronte della trasmissione, gli ingegneri della casa modenese optarono per un cambio manuale a 5 marce. Ai freni a disco il compito di smorzare le danze di questa vigorosa coupé. Anche sulla Maserati Merak SS, come sulla “normale” Merak, c’erano tanti punti di contatto con la sorella maggiore Bora, di cui sfruttava il pianale fino alle portiere, la stessa carrozzeria e, con lievi modifiche, anche le sospensioni e lo sterzo.

Le originalità si riscontravano nella parte posteriore, condizionata dalla straordinaria compattezza del motore, che permise di ricavare due posti di fortuna supplementari in abitacolo. La progettazione meccanica fu gestita dall’ingegnere Alfieri mentre lo stile porta anche in questo caso la firma del già citato Giorgetto Giugiaro, per Italdesign.

Molto originale il trattamento estetico delle 2 pinne inclinate che raccordano il padiglione alla coda, per chiudere la trama espressiva dettata dal lunotto verticale. Una soluzione tipica di molte supercar, ma qui gestita in modo diverso, per non dire unico. Il cofano motore, completamente piatto, è decorato da feritoie per il raffreddamento dell’unità propulsiva custodita al suo interno.

A supportare il cuore provvede una struttura tubolare ausiliare, ancorata alla scocca portante in acciaio, che si erge ad anima della impalcatura telaistica della Maserati Merak, anche nella versione SS di cui ci siamo occupati in questo articolo. Rispetto alla sorella più “tranquilla”, questa versione maggiormente vocata alle performance risultava, oltre che più potente, anche più leggera alla bilancia. Evidenti i vantaggi di un rapporto peso/potenza inferiore, che giova al profilo prestazionale del mezzo.