La Opel Speedster è stata una sorta di “licenza poetica” della casa del “blitz”, per far sognare gli appassionati, con una vettura sportiva a due posti secchi, dotata di tettuccio asportabile, che offriva il meglio della sua purezza nella dimensione en plein air. Imparentata con la Lotus Elise, questa roadster fu prodotta dal 2001 al 2006.
Fra i suoi punti di forza, il peso molto contenuto, per delle dinamiche stradali appaganti, alla cui efficienza concorrevano la disposizione posteriore centrale del motore e la trazione posteriore.
Inizialmente la spinta faceva capo a un motore a 4 cilindri aspirato, da 2.2 litri, capace di erogare 147 cavalli di potenza massima, per uno scatto da 0 a 100 km/h in 5.5 secondi e una punta velocistica di 225 km/h.
Nel 2004, al suo posto, giunse il 2.0 litri turbo bialbero a 4 cilindri ECOTEC dell’Astra, che conferì una superiore verve prestazionale alla Opel Speedster, regalandole 200 cavalli di potenza, per un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4.9 secondi e una velocità massima di 243 km/h. In quel periodo storico erano prestazioni da super-sportiva, unite ad una maneggevolezza da go-kart.
Nella nuova veste l’originale spider biposto tedesca fece il suo debutto nel mese di settembre di 20 anni fa. Il potere energetico crebbe del 36% sullo step precedente, a fronte di un leggero aggravio sul peso, con evidenti benefici sul piano delle performance. Buona anche la ripresa: con la Opel Speedster Turbo, in quinta marcia, si poteva passare da 80 a 120 km/h in 6.7 secondi.
Alcune modifiche estetiche si resero necessarie per effettuare il trapianto motoristico. Già nel frontale si notava la presenza di una mascherina più ampiamente dimensionata, per migliorare il flusso d’aria verso il radiatore. L’aspetto diventava più aggressivo. Cambiamenti furono apportati anche sulla presa d’aria posta di traverso fra l’abitacolo e l’assale posteriore, ora rivolta verso il motore.
Gli ingegneri della casa tedesca, per questa nuova versione della Opel Speedster, studiarono anche uno speciale intercooler che estraeva aria attraverso le due griglie disposte verticalmente dietro le porte. Più grandi le misure delle aperture di sfogo presenti sul cofano motore.
Molto accurato fu lo studio eseguito sulle sonorità del nuovo impianto di scarico, per dare un buon feedback anche su questo piano, mai secondario su un’auto dall’indole sportiva come la Opel Speedster Turbo. Impeccabile il comportamento del telaio, fedele compagno d’avventura di questa scoperta in grado di dare belle soddisfazioni sulle strade guidate, grazie all’ottima maneggevolezza. L’essenzialità del modello fu la scelta giusta per elargire emozioni pure a chi stava a bordo.