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Alfa Romeo Junior e nuova Stelvio: dal loro successo dipende cosa accadrà dal 2027

Quello che accadrà in futuro nella gamma del Biscione dipenderà dal successo di Alfa Romeo Junior e del nuovo Stelvio

Nuova Alfa Romeo Stelvio

Alfa Romeo Junior che è stata svelata lo scorso 10 aprile e la nuova Alfa Romeo Stelvio che invece sarà mostrata nella seconda metà del 2025 sono due auto considerate come fondamentali per il futuro della casa automobilistica del Biscione. Dal loro successo dipenderà quello che accadrà nella gamma dello storico marchio milanese dal 2027 in poi. Lo ha confermato nei giorni scorsi il numero uno di Alfa Romeo, il CEO Jean Philippe Imparato.

Quello che accadrà in futuro nella gamma del Biscione dipenderà dal successo di Alfa Romeo Junior e del nuovo Stelvio

Ricordiamo infatti che al momento Stellantis ha approvato solo le nuove Stelvio e Giulia mentre per le auto che dovrebbero arrivare dal 2027 in poi per il momento nulla è ancora deciso. Imparato ha detto che molto dipenderà dal successo commerciale di Alfa Romeo Junior che come vi abbiamo riportato ieri secondo le previsioni di Imparato potrebbe vendere a regime dalle 50 mila alle 70 mila unità ogni anno.

Oltre ad Alfa Romeo Junior saranno importanti anche le prestazioni della nuova Alfa Romeo Stelvio. La seconda generazione del SUV sarà un modello chiave in mercati importanti quali Cina, Giappone e Stati Uniti. Se il SUV riuscisse a fare bene in quei mercati allora per Alfa Romeo già questo sarà un gran successo. Nel caso in cui entrambi questi modelli funzionassero e raccogliessero quanto previsto dai dirigenti della casa automobilistica del Biscione allora i numerosi fan del brand premium di Stellantis potrebbero sognare l’arrivo di molti altri modelli con alcuni ritorni particolarmente graditi.

Alfa Romeo Junior

Si parla ad esempio di una berlina coupè di segmento C che potrebbe essere una sorta di nuova Alfa Romeo Brera e si parla anche di un E-SUV. Il sogno nel cassetto di Imparato sarebbe la nuova Duetto ma il CEO ha detto che si tratta di un progetto difficile da realizzare in quanto se ne venderebbero non più di 15 mila l’anno e dunque non sarebbe sostenibile economicamente.

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