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Fiat, Briatore: “Niente più auto italiane, solo vecchie carrette”

Flavio Briatore tranchant sulle produzioni Fiat, che, a suo avviso, avrebbero ormai perso di appeal anche in territorio italiano

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Flavio Briatore

Flavio Briatore non è uno che le manda a dire. Non lo è mai stato e nemmeno in questa occasione ha optato per il politically correct. Durante l’esodo post Ferragosto, mentre si trova imbottigliato lungo la strada che collega la località della Versilia (sede del Twiga) e Montecarlo, l’imprenditore, 73 anni, rivolge parole forti all’indirizzo di Fiat. In viaggio verso Forte dei Marmi, sottolinea di aver accertato che non ci sono macchine italiane. Vede solo Mercedes, Audi e Dacia, mentre di modelli della penisola nessuna traccia. La Casa torinese ha smesso secondo Briatore di esistere. Ormai gli capita giusto di imbattersi in vetture vecchie di vent’anni e fatica a darsi una risposta. Il portafoglio prodotti crede lasci a desiderare, tenuto conto che la best seller è ancora oggi la Panda. Alle parole nessun rappresentante del Costruttore ha deciso di replicare.

La stoccata di Briatore alle Fiat

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Con l’intervento dell’uomo d’affari, si infiamma il clima attorno al marchio, reduce dalle critiche mosse dal pubblico di appassionati. Di recente, l’azienda guidata da Olivier François ha condiviso sul web un post ritraente il nuovo quadriciclo elettrico Topolino. Benché il nome richiami la prima, mitica Cinquina degli anni Cinquanta, il progetto non ha pressoché nulla da spartire con i fasti del passato. Semmai si tratta di un adattamento della Citroen Ami in chiave nostrana, per l’insoddisfazione di parecchi internauti. In calce al messaggio postato sui canali ufficiali, diversi utenti hanno indirizzato delle provocazioni ai produttori del veicolo. Ad avviso dei detrattori l’idea è piena di lacune fin dal principio. Difatti, la qualità progettuale lascerebbe a desiderare, incapace di distinguersi dalle sorelle. Alla proposta d’oltralpe, lo ricordiamo, è seguita la Opel Rocks-e, basata sui medesimi valori progettuali.

A proposito della Fiat Topolino, ha destato diverse polemiche la scelta di commissionarne la fabbricazione in Marocco, anziché nel Belpaese. I sindacati continuano a esprimere preoccupazione circa il destino nei confini nazionali, di concerto con la classe politica. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso delle riserve sulla componente italiana di Stellantis. Delle dichiarazioni ai quali John Elkann, presidente del gruppo Exor, ha risposto in maniera piuttosto risentita. I fatti sembrano, però, sconfessarne la tesi di un’Italia al centro dei piani. Il minore senso di appartenenza si avvertirebbe pure dal ridotto numero di Fiat che tuttora circolano nel territorio nazionale. Questa è almeno la teoria perorata da Flavio Briatore, che, con la sua analisi ficcante, ha acceso ulteriormente gli animi.

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