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Fiat 500 R widebody con motore Honda: un mostro | Video

Ecco come la forza di volontà può stravolgere l’utilitaria simbolo della motorizzazione italiana.

Fiat 500 R widebody
Screen shot da video Redline Automotive Restorations

Qualcuno, impropriamente, potrebbe definirla un restomod, ma qui ci si è spinti davvero oltre. La Fiat 500 R protagonista del video è un esperimento genetico che cambia in modo radicale il DNA del mezzo di partenza. Incredibile la portata dei cambiamenti. Sotto il cofano pulsa ora un motore Honda B16B, che alimenta comunemente le danze delle Civic Type R. In questa veste, la piccola utilitaria italiana eroga ora la bellezza di 191 cavalli al banco prova. La zona rossa si spinge a circa 9000 giri al minuto: roba da auto da corsa.

Ovviamente, per gestire questa furiosa scuderia di purosangue, il cambio è stato sostituito con una nuova trasmissione a 5 rapporti, adeguatamente calibrata. Le carreggiate sono state allargate e la struttura è stata irrobustita, per agevolare la gestione del mezzo ed evitare che i suoi pezzi cadano per strada. Anche l’impianto frenante è stato rivisto, con dei dischi forati sulle quattro ruote, per assicurare un adeguato mordente e una certa resistenza al fading.

Il look è degno di un bolide per le cronoscalate. Ad esaltare ulteriormente la sua presa scenica concorre la vernice rosso Ferrari con cui è stata vestita la carrozzeria di tipo widebody. Una simile cura a base di steroidi non poteva non avere riflessi sull’abitacolo, ora dotato di volante Sparco, sedili e pedali da corsa, cruscotto di impronta sportiva. Si fatica a credere che questo mostro sia nato da una vettura che non aveva le performance fra i suoi obiettivi. Giusto a questo punto ripercorre in sintesi le vicende della creatura di partenza.

Un’auto economica entrata nella leggenda

La Fiat 500, in realtà Nuova 500, fu prodotta dal 1957 al 1975. Questa superutilitaria sprizza simpatia da tutti i pori. Ogni italiano la custodisce nel cuore, ma anche all’estero è diffuso l’amore nei suoi confronti. Grazie ai costi di acquisto e manutenzione particolarmente bassi, fu l’auto che motorizzò il Belpaese. Per renderla accessibile ad ampie fasce di popolazione, tutto fu semplificato al massimo. A rendere geniale il modello ci pensò l’estro creativo di Dante Giacosa, incaricato di progettarla da Vittorio Valletta.

Il risultato? Una vettura bella e funzionale, pratica e versatile, semplice ma robusta. Le sue forme sinuose e tondeggianti regalano piacevoli stimoli sensoriali, da tutti i punti di osservazione. Non ho mai incontrato una persona che non ami il design della storica auto torinese. Oggi esiste un nuovo modello, in listino, che ne ha preso idealmente il posto, rievocandone lo stile. Un remake di qualità e molto riuscito, ma la nonna a quattro ruote conserva un fascino inarrivabile. La vecchia Fiat 500 ha qualcosa di magico e inarrivabile. Chiamatelo carisma, se vi pare. Qui vogliamo ricordare il modello di fine serie, che chiuse la parentesi produttiva, dopo un lungo e felice cammino commerciale. L’ultimo esemplare consegnato fu in tinta turchese farfalla e prese forma nelle catene di montaggio di Termini Imerese, il 1º agosto del 1975. Era una 500 R (cioè Rinnovata).

Fiat 500 R: la base dell’elaborazione

In questa veste e con tale sigla, la Nuova 500 sbocciò a partire dal 1972. Come teatro del debutto fu scelto il Salone dell’Auto di Torino. L’energia dinamica, nel nuovo allestimento, giungeva da un bicilindrico da 594 centimetri cubi, preso dalla 126 prima serie. La potenza, però, era inferiore di 5 unità rispetto alla sorella e si fermava a 18 cavalli, espressi a 4000 giri al minuto. Migliore, rispetto a prima, la coppia motrice. Grazie al nuovo cuore, la Fiat 500 era finalmente in grado di raggiungere i 100 km/h di velocità massima. La cifra oggi fa ridere ma va contestualizzata e letta in relazione alle caratteristiche del modello, che non aveva certo nelle performance da corsa un suo target.

Sul piano visivo, la R si distingueva dagli altri prodotti della famiglia per alcuni dettagli estetici e, soprattutto, per i cerchi ruote in lamiera stampata. Cambiava anche il fregio frontale. Le modifiche, ovviamente, interessarono anche l’abitacolo. Le forme sinuose del modello lasciarono poi spazio a quelle squadrate che andarono di moda sulle auto degli anni settanta. Anche in casa Fiat si presero altre strade, ma i tratti sensuali della Fiat 500 non sono stati rimpiazzati nel cuore della gente, che non ha dubbi sulle sue preferenze. Ancora oggi la piccola della casa torinese è la regina. Lei è la fidanzata d’Italia, la più amata nel Belpaese.

Oltre che simpatica è anche armonica e perfettamente calibrata nei suoi aspetti estetici. La ricerca dell’economia non ha pesato sullo stile, che è di alto livello. Anche la natura scarna degli allestimenti piace, perché si adegua alla sua missione e conferma la coerenza, a 360 gradi, del modello. La Fiat 500, anzi la Nuova 500, è un’icona. Solo da un’icona poteva nascere un remake e il suo remake dell’era moderna è uno dei più riusciti. La tradizione continua, anche con una versione elettrica, ma la nonna dei decenni passati ha il primato nell’apparato emotivo di tutti.

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