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Auto usate: salgono i prezzi, calano i passaggi di proprietà

I passaggi di proprietà delle auto usate calano nel 2022 in Italia, mentre i prezzi aumentano. Il diesel regna tra le alimentazioni.

Auto usate

Costretti ad affrontare la crisi economica imperante, aggravata dal conflitto bellico scoppiato tra Russia e Ucraina, gli italiani hanno dovuto stringere la cinghia nel corso del 2022. Ciò lascerebbe presagire una domanda sostenuta per le auto usate. Delle previsioni confermate, fatte alcune precisazioni. Malgrado sia il canale più gettonato lungo la nostra penisola, nel corso degli ultimi dodici mesi si è riscontrato un’inversione di tendenza. Anziché lievitare, infatti, i numeri sono peggiorati nel confronto anno su anno col 2021. Come evidenzia lo studio di AutoScout24 (basato sui dati forniti dall’Automobil Club d’Italia), i passaggi di proprietà delle vetture di seconda mano sono diminuiti del 10,2 per cento al netto, con un totale di 2.725.019 unità.

Auto usate: i trend degli italiani nel 2022

Vendite auto usate

Per quanto il diesel non abbia un futuro luminoso davanti a sé, rimane l’alimentazione numero uno nel cuore degli italiani. D’altro canto, i veicoli a basse e zero emissioni cominciano a dare dei lievi segnali positivi. I dubbi sulle ibride ed elettriche tengono ancora numerosi potenziali clienti alla larga. Tuttavia, è evidente che un cambio di atteggiamento stia per aver luogo. A causa dell’inflazione, e dei tempi di attesa ancora piuttosto lunghi per la consegna delle autovetture nuove (data la solita carenza nelle catene di approvvigionamento dei microchip e di ulteriori componenti essenziali), il prezzo è lievitato di parecchio. Al termine del 2022 ha riportato un incremento del 20 per cento sul 2021 e del 51 per cento sul 2019, ovvero prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria da Coronavirus.

Estendendo lo sguardo sulle prospettive del 2023 appena cominciato, AutoScout24 fornisce delle previsioni. Il marketplace delle quattro ruote leader nella regione pan-europea ha passato in rassegna i potenziali fattori in grado di incidere sul rendimento complessivo. Quindi, ha analizzato il caro carburanti, i paletti posti ai veicoli “tradizionali” in certe zone del Belpaese e l’aumento dei costi delle auto usate. In questa operazione ha ascoltato il responso della sua community, al fine di delineare il possibile andamento del settore. Ovviamente, vige una generale incertezza, a causa, in primis, del costo dei carburanti, un tema di strettissima attualità.

Lo sciopero dei benzinai, decretato dalle associazioni di categoria dopo l’entrata in vigore del decreto Trasparenza, ha destato parecchio clamore. Sebbene la durata del fermo sia poi stata ridotta da 48 a 24 ore, le sigle hanno paventato un incontro in Camera con ogni gruppo parlamentare. Ebbene, la situazione attuale influisce sulle abitudini di utilizzo delle vetture del 42 per cento dei soggetti interpellati, principalmente da attribuire all’esigenza di risparmiare. Ciononostante, l’attualità non dissuade la fascia di utenti interessata alle auto usate dal prediligere determinati sistemi di alimentazione.

Il diesel non lo ferma nessuno

Del campione intenzionato ad acquistare un veicolo di seconda mano nel 2023, il 45 per cento ha in mente di scegliere il diesel. Con il 36 per cento delle preferenze, segue la benzina. Nel frattempo, aumenta l’appeal riscosso sia da GPL e metano (9 per cento) sia delle ibride ed elettriche (10 per cento). La seconda categoria, che, complice la giovane età, si rivela forte perlopiù nel comparto del nuovo, sembra sul punto di crescere.

Ciò è altresì determinato dalla loro disponibilità di gran lunga maggiore, come stabilisce AutoScout24. Sul portale di compravendita il numero di esemplari a basse e zero emissioni offerti ha registrato un più 53 per cento rispetto al 2021. Prendendo a riferimento esclusivamente le bev, esse rimangono, comunque, una ristretta nicchia. Il motivo numero uno delle scarse richieste è il costo elevato (lo sostiene il 47 per cento del totale intervistato). Al secondo posto dei fattori critici ci sono gli accumulatori, la cui autonomia non convince il 23 per cento.

Le rilevazioni condivise da AutoScout24 attestano poi il ruolo da protagonista ricoperto dal business delle auto usate per lo svecchiamento del parco circolante. I soggetti allettati dalle proposte di seconda mano andrebbero a sostituire la macchina oggi guidata, dall’età media stimata in circa 12 anni con una di 6 anni Il 37 per cento ha addirittura un veicolo con almeno 15 anni sulle spalle, che, in quanto tale, non rispetta i recenti standard di emissione.

Il notevole impatto sull’ecosistema, troppo spesso trascurato in passato, può essere ridotto mediante il ricambio. Il 54 per cento delle auto usate è di classe Euro 6, la metà ha al massimo 5 anni. Nel profilo della vettura ideale, il chilometraggio medio deve aggirarsi intorno agli 80 mila. Scendendo nel dettaglio, per oltre otto individui su dieci deve essere inferiore alla soglia dei 100 mila km, per tre su dieci ai 50 mila e appena il 10 per cento è disposto ad accettare che superi il tetto dei 150 mila.

Off-road che passione!

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La tipologia della carrozzeria nel cuore degli italiani è essenzialmente quella off-road. Tra suv, crossover e fuoristrada raccolgono il 46 per cento dei “voti”. Sorprende, però, l’apprezzamento dimostrato nei confronti delle berline, che cresce al 23 per cento. Il 10 per cento ha messo nella lista dei desideri le station wagon, il 7 per cento le monovolume e il 6 per cento le city car.

In merito al budget stanziato, la spesa media messa in preventivo è di 19 mila euro. Tuttavia, si rileva un significativo divario tra i neopatentati (dai 18 ai 21 anni), i quali, spesso sostenuti dai genitori, hanno una disponibilità economica di 13.670 euro, mentre la fascia dai 35 ai 44 anni supera l’ammontare di 21 mila euro. Tra gli elementi ritenuti cruciali nell’acquisto di un’autovettura, gli utenti dimostrano di avere le idee ben chiare. Il 76 per cento degli interpellati ha menzionato i sistemi di sicurezza attiva (contro il 70 per cento del 2021). Dopodiché, figurano le funzioni di infotainment (navigatore, impianto audio, …) con il 48 per cento e il cambio automatico con il 42 per cento.

Sergio Lanfranchi del Centro Studi di AutoScout24 sottolinea il ruolo avuto dalla disponibilità immediata delle auto usate nelle scelte compiute durante il 2022. La maggiore offerta rispetto al nuovo ha inciso sul trend. Per quanto riguarda gli ultimi dati del marketplace rappresentato, il 2023 è partito nel migliore dei modi: i prezzi risultano stabili, la domanda è rilevante e le conclusioni tratte dal sondaggio evidenziano un atteggiamento favorevole verso il business delle auto usate. Le termiche avranno ancora una volta il predominio. Intanto, le ibride prenderanno piede, specialmente le mild-hybrid. I dati confermano poi l’interesse suscitato dalle elettriche, un canale idoneo per assumere la giusta confidenza con le bev.

Le statistiche pubblicate da AutoScout24, frutto dell’elaborazione dei dati Aci, segna una contrazione dei passaggi di proprietà delle auto usate del 10,2 per cento. Si sono completate 2.725.019 transazioni, con la Basilicata (meno 12,9 per cento), la Campania (meno 13,3 per cento) e la Puglia (meno 12,5) ad aver registrato il calo maggiore. In termini assoluti, il primato per numerosità spetta alla Lombardia con 419.135 unità, davanti al Lazio con 282.955 e alla Campania con 244.657.

A proposito delle alimentazioni predilette, i diesel vantano il 47,3 per cento, sebbene in leggera flessione in confronto al 2021, concluso con il 49,4 per cento. In seconda piazza ci sono le benzina con il 37,8 per cento, mentre le ibride formano appena il 4 per cento. Le full electric non vanno oltre lo 0,5 per cento.

Il modello preferito su AutoScout24 si è rivelato essere la Volkswagen Golf, seguita dall’Audi A3 e dalla Fiat Panda. Se vengono presi in considerazione unicamente i veicoli a basse e zero emissioni, la Toyota Yaris è la regina delle ibride e la Tesla Model 3 delle elettriche. L’età media dei mezzi proposti si è mantenuta grossomodo sulle cifre del 2021, con 7,9 anni. Da segnalare il netto gap tra il Veneto e la Campania con 6,9 anni e la Valle d’Aosta con 10,2 anni.

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