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Benzina: ecco tutte le novità dell’ultimo decreto varato dal Governo

I malumori sui rincari dei prezzi della benzina, e dei carburanti in genere, hanno finito per condurre il Governo all’emissione di un decreto

Benzina

I malumori attorno ai rincari dei prezzi della benzina, e dei carburanti in genere, hanno finito per condurre il Governo a prendere una decisione messa a punto in forma di decreto ovvero quello che ha già preso il nome di decreto benzina o decreto trasparenza. Fatta questa breve premessa, va detto che il rincaro dei prezzi e le indignazioni conseguenza di tali revisioni al rialzo dei costi della benzina sono tornati di attualità all’indomani del non rinnovo del taglio alle accise che dal 22 marzo al 30 novembre scorso era pari a uno sconto pari a 30,5 centesimi di euro per ogni litro di carburante mentre dall’1 al 31 dicembre era stato rivisto per un valore pari a 18,3 centesimi di sconto per ogni litro di carburante.

Sebbene nelle ore immediatamente precedenti all’emissione del decreto citato si era ricominciato a parlare di una possibilità legata al riproporre il taglio delle accise, con la pubblicazione del decreto definitivo è emerso che la misura applicata non verterà su un’ipotesi di questo tipo. Una soluzione che rimarrebbe comunque fra le possibilità tenute in considerazione dal Governo, magari sulla base di un ragionamento futuro in tema di differenti condizioni economiche che verranno a crearsi nei prossimi tempi. Perciò al momento il taglio delle accise viene definitivamente messo da parte.

Ecco cosa contiene e stabilisce il decreto emanato dal Governo sul caro benzina

Al centro del decreto varato dal Governo in relazione all’aumento dei costi della benzina, un punto fondamentale è quello relativo alla trasparenza dei costi. Il decreto prevede innanzitutto che ogni distributore posizioni accanto ai prezzi di vendita praticati per ogni carburante anche quelli medi che saranno diffusi dall’analisi giornaliera, e non più settimanale, prodotta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. In questo modo ogni utente potrà fare una valutazione comprendendo in maniera chiara se il prezzo praticato dal distributore per i carburanti scelti sia conforme o meno al valore medio, riconoscendo quindi l’eventuale speculazione sul prezzo della benzina.

Va precisato che il fatto di dover mostrare il costo medio dei carburanti non rappresenta una raccomandazione per ogni distributore; si tratta di un vero e proprio obbligo. Di conseguenza, il legislatore sarà anche in grado di sottoporre delle vere e proprie sanzioni ai distributori inadempienti per opera dell’Antitrust e della Guardia di Finanza che avranno il compito di vigilare sulla effettiva messa in atto del provvedimento. In caso di recidiva si può anche procedere con la sospensione dell’attività per un periodo che va da un minimo di sette giorni, fino ad un massimo di novanta.

benzina

Ci sono specifiche novità anche per i distributori autostradali

Il decreto benzina contiene anche delle misure specifiche rivolte ai distributori autostradali. Il Governo ha infatti imposto che i prezzi di vendita al distributore non potranno essere superiori ad un valore percentuale del prezzo medio nazionale. In questo caso sarà emesso un ulteriore decreto ministeriale che sarà messo a punto nelle prossime settimane.

Tra le altre misure il CdM ha inoltre rinnovato per il primo trimestre del 2023 i buoni benzina ceduti ai lavoratori, a titolo gratuito, dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti. Come è noto, il valore massimo di questi buoni è fissato a 200 euro per ogni lavoratore.

Nel frattempo l’Antitrust ha chiesto alla Guardia di Finanza la documentazione di eventuali accertamenti in relazione a possibili violazioni riscontrate. Allo stesso tempo il Ministero dell’Ambiente ha diffuso una serie di dati secondi i quali l’aumento dei prezzi della benzina (e di tutti i carburanti) risulta in linea “con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise”. Sul piede di guerra sono apparse anche alcune associazioni di consumatori e anche quelle che raggruppano i petrolieri. Fra queste ci sono il Codacons, il quale ha ipotizzato appunto l’insorgenza di eventuali speculazioni, e la FAIB Confesercenti secondo la quale, invece, i gestori sarebbero la parte lesa.

Allo stesso tempo la Guardia di Finanza ha ammesso che l’eventuale accertamento di manovre speculative potrebbero configurare ipotesi di reato sanzionabili mediante gli articoli 501 e 501 bis del Codice Penale ovvero articoli sul “rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio” e in merito a “manovre speculative su merci”.

Non si tratta esclusivamente di speculazione

È da sottolineare che il rincaro della benzina, e dei carburanti in generale, non può essere dovuto solamente ad un qualche fenomeno di speculazione. Non è un caso che l’Unione dei Consumatori ha ammesso che si ratta di una “bufala gonfiata ad arte dal Governo per tentare di scagionarsi dalle sue responsabilità”. Un po’ come poi sottolineato dallo stesso Ministro dell’Ambiente come abbiamo descritto più sopra.

taglio accise benzina

L’analisi dei prezzi dice proprio che il principale rincaro della benzina è dovuto alla revoca del taglio alle accise pari a circa 18 centesimi di euro. Perlomeno se si guarda alle medie nazionali che molto spesso, come comunque abbiamo visto fin qui, esulano da ciò che viene praticato in casi singoli e isolati.

Si può aggiungere però che permangono le ovvie oscillazioni ai prezzi di mercato con alcune crescite nei costi del petrolio; insomma, una serie di fattori che possono essere mitigati da precise normative utili a garantire la tranquilla convivenza di vari fattori che possono far mutare i costi quasi giornalmente introducendo quindi soluzioni utili per non fare ricadere tali fenomeni sulle tasche degli automobilisti e dei lavoratori in generale.

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