in

Ferrari Purosangue: la “querelle” olandese premia il Cavallino Rampante

Non è finita come sperava per l’imprenditore che ha citato in giudizio una concessionaria olandese in merito a una Ferrari Purosangue

Ferrari Purosangue
Ferrari Purosangue

Non è finita come sperava per il magnate olandese del pollame che ha citato in giudizio una concessionaria nei Paesi Bassi specializzata nella vendita di vetture a marchio Ferrari, dopo aver acconsentito alla consegna di una Ferrari Purosangue e dopo aver annullato, in un secondo momento, il suo ordine. Una condizione che ribadisce di quanto sia imponente il peso politico del Cavallino Rampante e delle sue condizione.

Non farà quindi eccezione l’imprenditore avicolo olandese che lo scorso autunno ha citato in giudizio la concessionaria “Ferrari Munsterhuis Sports Cars” per inadempienza contrattuale nell’acquisto di un esemplare del primo SUV della storia del Cavallino Rampante. Ora è emerso che Marcel Wulms, il ricco imprenditore del settore avicolo, ha perso ogni eventuale possibilità di ottenere un risarcimento per aver rinunciato alla possibilità di poter acquisire un esemplare della particolarmente apprezzata Ferrari Purosangue e ha anche aggiunto una condanna alla sua fedina penale.

Wulms, come era già noto, aveva firmato un contratto di pre acquisto con il rivenditore olandese citato più sopra già due anni e mezzo prima della presentazione della nuova Ferrari Purosangue, una condizione che gli aveva permesso di assicurarsi la settima unità fra quelle prodotte a Maranello; almeno sulla carta. Tuttavia, lo scorso settembre, quando il concessionario ha evaso l’ordine al costruttore di Maranello, è stato avvertito che il cliente non disponeva dei requisiti per ottenere un modello disponibile prima per i clienti TOP e VIP del Cavallino Rampante e poi per gli altri clienti del marchio.

La Ferrari Purosangue è divenuta quindi protagonista di una vera e propria querela

La notizia relativa alla risposta negativa indirizzata a Wulms è stata accolta dallo stesso imprenditore con i comprensibili nervosismi del caso. Questo perché il concessionario al quale si era rivolto aveva già preso formalmente un impegno nei suoi confronti, compreso un deposito iniziale di 20.000 euro e quindi, secondo il suo parere, violava il contratto di acquisto effettivamente formalizzato. La verità però è che gli imputati non hanno parte in causa in una decisione in cui solo la Ferrari ha l’ultima parola, quindi il concessionario è finito in tribunale.

È stato quindi messo a punto un processo particolarmente rapido senza possibilità di appello presso la Corte di Overijssel con il giudice che si è pronunciato a favore della concessionaria “Ferrari Munsterhuis Sports Cars” e perciò contro l’imputato, che è stato condannato. Dalla sentenza si evince che, pur avendo stipulato un contratto di acquisto, non vi è alcun accordo esplicito sulla possibilità di ricevere effettivamente il veicolo oggetto del contendere, ovvero la Ferrari Purosangue, poiché non sono stati specificati colore, optional, prezzo finale o data di consegna. Nello spazio dedicato a queste caratteristiche, infatti, è stato indicato solo il “Numero 7”, ovvero una dichiarazione che dà adito a molteplici interpretazioni (ad esempio, sarebbe l’esemplare Numero 7 o il settimo esemplare fra i 22 destinati al concessionario olandese?) e che non significa che gli imputati siano obbligati a consegnare il SUV realizzato a Maranello.

Ferrari Purosangue
Ferrari Purosangue

In definitiva l’imprenditore è stato condannato a pagare un risarcimento, mentre Ferrari e il concessionario sono stati dichiarati incolpevoli

Il giudice ha evidenziato la violazione della sufficiente determinabilità dell’accordo iniziale, non essendo allora disponibili i dettagli del modello scelto. Inoltre, ha respinto l’imposizione di misure cautelari, poiché il costruttore non ha indicato che la produzione della Ferrari Purosangue potesse essere interrotta a breve termine o che venisse prodotto solo un numero fisso di unità. 

Ferrari ha infatti confermato che la produzione dei Purosangue destinati ai clienti VIP e TOP è stata completata e che solo successivamente tornerà in catena di montaggio per il resto dei clienti.

Marcel Wulms ha perso quindi la propria battaglia contro il dealer olandese citato in giudizio, gli 80.000 euro di risarcimento auspicati e inoltre è stato condannato al pagamento delle spese legali per le quali dovrà pagare poco circa 1.700 euro. Nulla da pagare per la Ferrari che quindi non venderà il Purosangue a quei clienti che non soddisfano i suoi importanti requisiti.

Lascia un commento