Un video mostra un tizio che, in un’area di parcheggio, si diverte a fare dei donut con l’Alfa Romeo 75. Inutile dire che simili condotte non vanno assolutamente imitate, specie fuori dai contesti destinati a questo tipo di spettacolo, con dei professionisti al volante. Disegnare delle ciambelle sull’asfalto, con l’inchiostro degli pneumatici, è relativamente facile con l’auto del “biscione” protagonista del filmato, perché si tratta di un modello “predisposto” a partire di coda, essendo dotato di trazione posteriore.
Dopo la sua uscita dal listino, gli appassionati del marchio dovettero attendere il debutto della sportiva 4C, avvenuto nel 2013, per ritrovare il piacere di scaricare l’energia sulle ruote dietro, fatta eccezione per le serie limitate SZ, RZ e 8C Competizione, che continuarono a sposare questa impostazione, oggi adottata dalla Giulia.
L’Alfa Romeo 75 fu prodotta dal 1985 al 1993. La cifra numerica presente nella sigla fa riferimento all’anniversario anagrafico della casa milanese. Il ciclo produttivo del modello ha attraversato due decenni votati ai piaceri mondani, specie il primo. Questa vettura nacque come erede della Giulietta, con la quale condivideva diverse componenti, ma in un quadro estetico completamente diverso, che diede linfa al mercato, suscitando un nuovo interesse nella clientela.
Lo stile non era propriamente bello, nel senso più stretto del termine, ma le sue linee cuneiformi avevano un grande carattere. L’impatto scenico era forte, per il taglio sportiveggiante dei volumi, che piacque sul bacino commerciale. L’Alfa Romeo 75 poteva essere scelta con varie motorizzazioni. Al vertice della famiglia, in termini di esclusività, si insediò la Evoluzione del 1986. Questa prese forma in soli 500 esemplari.
Fu una concessione indiretta agli appassionati, perché la sua nascita si connetteva sostanzialmente al bisogno di raggiungere il quantitativo minimo di pezzi necessari ad ottenere l’omologazione nella categoria Turismo, dove i vertici del “biscione” la portarono a correre. Nella versione stradale godeva della spinta di un motore a quattro cilindri da 1762 centimetri cubi, in grado di sviluppare una potenza massima di 155 cavalli.
Il primato energetico, però, era di un’altra versione della gamma: la 3.0 V6 Quadrifoglio Verde, il cui cuore si giovava di ben 192 cavalli, espressi con note sonore di grande presa emotiva. Per farla breve, questo era un motore elastico, rotondo e melodioso, che regalava grandi emozioni.
Sul mercato i numeri più alti furono però segnati dalla versione da 1.6 litri, anche se gli apprezzamenti maggiori andarono alla 2.0i Twin Spark, in grado di erogare 148 cavalli di potenza massima. Questa fu una delle versioni preferite dall’Arma dei Carabinieri, che la utilizzò nella sua flotta. Per sua fortuna, il protagonista del video non si è trovato davanti un esemplare condotto dagli uomini della Benemerita. A voi le immagini.