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5 Alfa Romeo coupé da sogno, concept e stradali

Ecco una selezione di dream car della casa automobilistica milanese che spingono a mille i battiti cardiaci.

Alfa Romeo 33 Stradale 10

L’Alfa Romeo ha una lunga tradizione di auto speciali. Molte di queste sono coupé. Oggi abbiamo scelto per voi alcuni dei migliori esemplari della specie, nati in epoche diverse. Si spazia dalle concept car alle vetture stradali in serie limitata, ma il filo conduttore è lo stesso: quello della passione. Sono auto da poster, che interpretano al meglio la capacità del marchio di far sognare gli appassionati. Vi invitiamo a farci compagnia nel viaggio alla loro scoperta. Girate le chiavi e accendete il motore: si parte!

Alfa Romeo 4C

È una “piccola”, ma ha doti da grande. Può essere considerata una supercar in scala, per le qualità del telaio e per l’approccio stilistico. Anche se è uscita da poco fuori produzione, ha già lasciato traccia nella storia del marchio lombardo, la cui galassia è costellata di auto sportive. L’Alfa Romeo 4C è il frutto di partnership importanti. Nel suo telaio c’è la firma di Dallara, mentre il ciclo produttivo ha preso forma negli stabilimenti Maserati, a Modena nel cuore della Terra dei Motori.

Questa vettura si concede allo sguardo con note di grande presa scenica. Nessuno può dire che le manchi il carattere. Confonderla con altre vetture è impossibile, per la sua spiccata personalità, che emerge in ogni aspetto della composizione dialettica. Le linee del modello hanno risvegliato vecchie passioni nei cultori del “biscione”. I tratti della carrozzeria propongono dei collegamenti con la tradizione, ma in un quadro fortemente orientato verso la modernità.

Come abbiamo evidenziato in un’altra circostanza, l’Alfa Romeo 4C esprime la sua aggressività in una trama di forme sinuose ma decise, che disegnano un corpo vettura scultoreo e denso di carattere. Non è una regina di bellezza, ma entra nell’apparato emotivo, con le note del suo fascino. Di notevole impatto lo specchio di coda, degno di auto di gamma più alta. Muscolosa e possente, questa sezione lascia davvero il segno.

Una fonte di emozioni

A favore del quadro dinamico concorre il peso di appena 895 chilogrammi, reso possibile dalla scelta di una monoscocca in fibra di carbonio, che miscela robustezza e leggerezza. Con simili masse in ballo, i 240 cavalli espressi dal piccolo motore motore sovralimentato da 1750 centimetri cubi di cilindrata sembrano molti di più.

I dati prestazionali che ne derivano sono degni di modelli ben più dotati sul piano energetico. Alcune cifre fanno comprendere meglio le cose: l’Alfa Romeo 4C richiede solo 4.5 secondi per passare da 0 a 100 km/h, mentre la velocità massima si porta nel territorio dei 255 km/h. Sono dati di riferimento per un’auto della sua cubatura.

Ancora più impressionante è l’handling, con doti di tenuta ed agilità da prima della classe. Il piacere di guida appartiene al suo DNA, anche se il sound non è raffinato, pur se di matrice racing. Per un’auto del genere non poteva che essere scelta la trazione posteriore. Così è stato. Al guidatore e al suo passeggero il piacere di un’esperienza dinamica di grande presa emotiva, che profuma di corse.

Alfa Romeo 8C Competizione

Questa vettura prosegue al meglio la tradizione delle coupé del “biscione“. Si può definire, senza timore di smentite, l’espressione più bella della specie, nell’ambito della produzione moderna della casa milanese. È anche una delle più affascinanti di sempre, non solo nell’ambito della produzione del marchio.

Il merito del suo appeal stilistico va ascritto al designer tedesco Wolfgang Egger che, nel plasmarne le linee, ha avuto una ispirazione dal cielo. L’esito degli sforzi creativi è un’auto sportiva di grande presa emotiva, idealmente legata alla mitica 33 Stradale, di cui riprende la sinuosità delle forme. Parlare di un’opera d’arte a quattro ruote non è inappropriato.

L’Alfa Romeo 8C Competizione ha l’apparato genetico giusto per meritare il posto di primo piano che la storia le ha assegnato. Ogni elemento della carrozzeria di questa bella supercar evoca la storia del marchio, ma in un quadro stilistico originale, dove l’impronta classica è felicemente votata alla modernità. Quando fece il suo debutto in società, nell’ormai lontano 2007, trovò terreno fertile nel cuore degli appassionati, in modo immediato.

Un privilegio per pochi

Il modello prese forma in 500 esemplari, cui vanno aggiunte le versione Spider, ancora più entusiasmati. Qui, però, ci occupiamo della coupé, per evidenti ragioni connesse all’impostazione del post. Guardandola si ha l’impressione di essere al cospetto di una dream car da salone, ma l’Alfa Romeo 8C Competizione è un’auto di serie, anche se in tiratura limitata.

Questa Gran Turismo si concede alla vista con le tipiche proporzioni delle auto sportive a motore anteriore arretrato: cofano lungo e coda corta. Ad animarne le danze provvede un motore V8 aspirato da 4.7 litri di cilindrata, proveniente da Maranello. Un cuore in alluminio, condiviso con la Maserati GranTurismo S, che qui eroga la bellezza di 450 cavalli di potenza massima, a 7000 giri al minuto, con un picco di coppia di 470 Nm a 4750 giri al minuto. Facile intuire il valore aggiunto di una simile anima propulsiva, che aggiunge ulteriore note di nobiltà al pacchetto, in un quadro gradevole pure sul fronte sonoro.

Altro elemento di forte presa emotiva è la presenza della trazione posteriore, riportata nella gamma Alfa Romeo dopo una lunga astinenza, patita dai più autentici amanti del “biscione”. Le prestazioni sono degne del lignaggio: accelerazione da 0 a 100 km/h in 4 secondi netti, velocità massima di 292 km/h. Il cambio robotizzato a 6 rapporti consente di gestire in modo ottimale la sua esuberante energia.

Alfa Romeo 33.2 Pininfarina

Si ispira alla Ferrari 250 P5 Berlinetta Speciale, di cui è quasi la sorella gemella, ma col marchio del “biscione”. Anche in questo caso il design porta la firma di Leonardo Fioravanti, sull’eccellenza delle cui doti creative nessuno ha il minimo dubbio. L’Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale (nota anche come 33.2) fece il suo debutto al Salone dell’Auto di Parigi del 1969.

Nacque partendo dal telaio e dal motore della 33 Stradale, nell’ambito di una delle 6 auto da salone realizzate dai più noti carrozzieri italiani per dar vita a una linea creativa di one off, dal sapore unico. Stiamo parlando di una dream car in esemplare unico, che rapisce col fascino delle sue forme.

Rispetto alla “sorella” di Maranello, ci sono diverse modifiche sul frontale e sullo specchio di coda. Su quest’ultimo spariscono le caratteristiche griglie orizzontanti, oggi riprese dalla casa di Maranello sulla più recente hypercar della Serie Icona: la Daytona SP3. Una scelta derivata da una maggiore inclinazione stradale del modello, frutto della speranza, poi svanita, di realizzarne una piccola tiratura limitata. A testimoniare l’intenzione ci pensano i gruppi ottici, i paraurti sdoppiati e l’alloggiamento per la targa. Piccoli dettagli, che la rendono meno esotica dell’opera del “cavallino rampante”, ma di poco però.

Gemella stilistica di una Ferrari

Fatti salvi i dettagli prima menzionati e la fisionomia delle prese d’aria laterali, sembra di avere a che fare con delle vetture quasi perfettamente sovrapponibili come carrozzeria. La spinta ruota attorno a un motore V8 da 1995 centimetri cubi di cilindrata, che eroga 230 cavalli di potenza massima, a 8800 giri al minuto. Si tratta, come dicevamo, dello stesso cuore della 33 Stradale ed è in pratica quello dei prototipi da gara, solo leggermente addomesticato.

Tanta energia è chiamata ad esprimersi su un peso a vuoto di soli 720 chilogrammi, con il supporto di un cambio manuale a 6 marce. La velocità massima ipotizzata è di 260 km/h. Oggi questa dream car in esemplare unico è custodita al Museo Storico Alfa Romeo di Arese. Guardandola colpisce la riuscita miscela fra tratti tesi e curvilinei, fra volumi concavi e convessi.

La personalità non le fa certo difetto. Del resto, Leonardo Fioravanti e Pininfarina non hanno nulla da imparare in questo ambito. Il padiglione è dominato dalle superfici vetrate, la cui filosofia estensiva trova riscontro anche nel lunotto posteriore: una specie di finestra sul motore. A rendere ancora più coinvolgente l’impatto grafico ci pensano le portiere con apertura ad ali di gabbiano.

Alfa Romeo 33 Stradale

Poche auto possono reggere il paragone con lei, in termini di fascino e coinvolgimento emotivo. Franco Scaglione, nel definirne le forme, ha dato vita a un autentico capolavoro, destinato a sconfiggere le insidie del tempo e delle mode. Come abbiamo riferito in un’altra circostanza, questa è forse l’auto del “biscione” che più di ogni altra merita un poster in camera o in ufficio.

Le linee e i volumi dell’Ala Romeo 33 Stradale sono assolutamente impeccabili. Roba da capolavoro d’arte, degno di occupare uno spazio nei musei più prestigiosi del pianeta. Sembra una scultura e si fatica a immaginare un’interpretazione migliore del tema assegnato al suo autore.

Questa sportiva in serie limitata può vincere i più prestigiosi concorsi d’eleganza del pianeta e può essere usata anche per raggiungere il bar in centro città, nonostante l’indole e le forme da sport prototipo strappato alla Targa Florio o alla 24 Ore di Le Mans. Davvero incredibile.

Un’auto leggendaria

Stiamo parlando di un pezzo di storia, che si è inciso in forma perenne nell’antologia più nobile dell’automobilismo. Se le curve sono da top model, non meno seducente è l’apparato tecnico da corsa di questo modello, che unisce al meglio le note dello stile, dell’ingegneria e delle emozioni racing. Ne deriva una vettura iconica, entrata per sempre nell’immaginario collettivo.

L’Alfa Romeo 33 Stradale ha preso forma in 18 esemplari, ma solo 12 di questi furono configurati nella veste conosciuta da tutti. Gli altri 6 serie ebbero una carrozzeria diversa, offrendo la base meccanica all’estro creativo di alcuni dei migliori stilisti italiani. Nessuna delle loro opere, però, raggiunse il suo splendore. L’energia di questa scultura del “biscione” giunge da un motore V8 da 2 litri di cilindrata, mutuato dalle 33 da gara. Per evidenti ragioni la potenza è più bassa, ma non di troppo: 230 cavalli contro 270 cavalli. Il tutto su un peso a vuoto di 690 chilogrammi.

Le prestazioni, in quegli anni, erano di riferimento, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 5.6 secondi (ma alcuni tester fecero molto meglio) e con una velocità massima di 260 km/h. Di questa vettura si ricorda anche un impegno cinematografico nel film “Un bellissimo novembre”, con la mitica Gina Lollobrigida. Amare l’Alfa Romeo 33 Stradale è un fatto naturale. Chiunque, al cospetto delle sue linee seducenti, non può che ritagliarle uno spazio nel cuore. Il quadro emotivo è completato dal sound da bolide da pista, che conquista l’udito.

Alfa Romeo 33 Italdesign Iguana

Il look non è tipicamente Alfa Romeo e sposa stilemi che la renderebbero credibile anche col marchio Lamborghini o Maserati, ma si tratta a tutti gli effetti di un’auto del “biscione”, anche se in esemplare unico. Questo modello prese infatti forma nell’ambito delle 6 concept car nate partendo dalla meccanica della 33 Stradale, per dare sfogo alla creatività dei migliori designer italiani. Il suo debutto in società avvenne nel 1969.

Facile immaginare l’effetto delle sue linee avveniristiche in quel periodo storico, ormai molto lontano dall’attualità. Oggi questo pezzo pregiato trova posto nel Museo Storico della casa milanese. Lunga 4050 millimetri, larga 1780 millimetri, alta 1050 millimetri, quest’auto da sogno è il frutto del talento di Giorgetto Giugiaro, autore del suo stile. Fu la sua prima opera per il marchio del “biscione”.

L’Alfa Romeo 33 Italdesign Iguana deve il suo nome alla somiglianza con l’animale esotico, anche in virtù delle sue rifiniture cangianti e luminose, che rendono più stretta questa parentela visiva ideale. A fare da palcoscenico al suo battesimo pubblico fu il Salone dell’Auto di Torino. Per plasmarne la carrozzeria fu scelta la vetroresina, eccezion fatta per i montanti del tetto.

Linee vigorose e geometriche

A dominare la scena sono i tratti decisi, di taglio geometrico, che conferiscono una forte identità espressiva al modello, specie in relazione ai gusti del tempo, legati alle linee sinuose e tondeggianti, espresse a un livello altissimo dalla 33 Stradale, sua donatrice di organi. Se non fosse per lo scudetto al centro della mascherina anteriore sarebbe alquanto difficile pensare a un’auto della casa automobilistica milanese.

Del resto, la sua missione era quella di sperimentare un lessico espressivo nuovo, per lanciare un ponte verso il futuro del marchio, in termini dialettici. Come capita spesso sulle auto sportive, gli interni sono improntati alla semplicità. Per delle vetture così veloci, infatti, il pilota deve avere solo le informazioni essenziali, immediatamente a portata di mano, senza elementi di distrazione.

L’apparato meccanico dell’Alfa Romeo 33 Italdesign Iguana è, come già anticipato, quello della 33 Stradale. Quindi la spinta viene fornita da un motore V8 da 1995 centimetri cubi di cilindrata, che eroga 230 cavalli di potenza massima, a fronte dei 270 messi sul piatto dall’omonima vettura da gare che ha donato il cuore. Tanto vigore giunge alla ruote posteriori col supporto di un cambio manuale a 6 marce. Per motivi misteriosi, il suo propulsore fu poi sostituito da quello della Montreal.

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