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3 Alfa Romeo speciali di Touring per sognare ad occhi aperti

Sognare è facile con questi modelli del “biscione” nati con la regia creativa di Touring.

Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d'Este
(Screen shot da video Bloemendaal Classic & Sportcars)

Alfa Romeo ha una ricca tradizione di auto entusiasmanti, che hanno saputo guadagnare uno spazio di primo piano nel cuore degli appassionati. Alcune delle opere più belle e carismatiche del marchio milanese sono nate con la sapiente regia creativa della Carrozzeria Touring, fondata nel capoluogo lombardo da Felice Bianchi Anderloni e Gaetano Ponzoni, nell’ormai lontano 1926. Nel loro “atelier” è nato il design di molte Alfa Romeo, comprese alcune concept car, dream car ed esercizi di stile in tiratura limitata.

A queste facciamo riferimento nel post odierno, mettendone a fuoco 3 che rappresentano bene la liasion, entrata per sempre nella storia dei due brand. Ricordiamo che la Carrozzeria Touring, nota anche come Touring Superleggera, per il metodo di produzione brevettato nel 1936 (appunto Superleggera), ha disegnato, progettato, assemblato e costruito tante auto da sogno nel corso della sua esistenza. Diverse di queste portano il simbolo dell’Alfa Romeo.

Chi conosce la tradizione romantica dell’automobilismo, sa benissimo di quale lignaggio possano vantarsi queste creature. I numerosi riconoscimenti guadagnati nei più prestigiosi concorsi d’eleganza del pianeta non fanno altro che confermarlo. Qui vogliamo fare un breve ripasso, passando in rassegna alcuni frutti di questa preziosa partnership. Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla scoperta delle Alfa Romeo firmate Touring che abbiamo scelto per evidenziare il pregio di questo matrimonio commerciale e, soprattutto, culturale. Ingranate la prima: si parte!

Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este

Una Miss del “biscione”, che seduce con il fascino delle sue alchimie. Questa vettura era una regina di bellezza nel 1949, quando fece il suo debutto in società, e continua ad esserlo ancora oggi, perché i grandi capolavori dello stile non finiscono mai di regalare emozioni. Nel nome del modello viene citato un prestigioso hotel sul Lago di Como, dove si svolge il Concorso d’Eleganza più prestigioso del pianeta. L’appellativo non è stato messo a caso, ma è il frutto del successo maturato in quel contesto, dove l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este vinse il trofeo assegnato dal pubblico, nell’anno di nascita.

Un premio ampiamente meritato, per lo splendido lavoro stilistico svolto da Felice Bianchi Anderloni, che firmò le sue linee per la Carrozzeria Touring. Quest’automobile miscela in modo raffinato i temi della sportività e dell’eleganza. Nella trama volumetrica, il lungo cofano si abbina alla coda arrotondata e all’abitacolo raccolto ma ben dimensionato. La classe fa parte del suo DNA. Si può parlare di una prova eccellente dell’estro creativo italico, una cartina di tornasole del gusto per la bellezza insito in chi è cresciuto nel Belpaese.

Linee artistiche

Scorrendo i tratti della carrozzeria, si nota il sinuoso equilibrio formale. Tutto è proporzionato e fluido, direi scultoreo. Non ci sono note stonate nella composizione, di portata artistica. Il taglio dei volumi dissimula bene le grandi dimensioni di questa berlinetta, lunga 4580 millimetri e larga 1780 millimetri. Solo 36 gli esemplari in cui è sbocciata, dal 1949 al 1952. Ognuno con allestimento diverso. Roba da atelier di alta moda. Parlare di una fuoriserie non è quindi inappropriato.

Il compito di muoverla fu assegnato a un motore a 6 cilindri in linea da 2.443 centimetri cubi di cilindrata, che eroga una potenza massima di 105 cavalli. Quanto basta per dare il giusto vigore a questa creatura, nata per la “Dolce Vita“, non per sfidare i cordoli delle piste. Lussuoso il suo abitacolo, dove si coglie la magia dell’artigianato, in un quadro di alto valore ingegneristico ed emotivo. Il metodo di costruzione è quello brevettato da Touring: una leggera intelaiatura in acciaio saldata allo chassis sostiene i pannelli in alluminio della carrozzeria. Ne deriva un peso abbastanza contenuto per la particolare tipologia di modello: 1420 chilogrammi. Chapeau!

Alfa Romeo 1900 C52 “Disco Volante”

Guardando il video non si fatica a capire la ragione del suo appellativo. L’impressione, infatti, è quella di trovarsi al cospetto di una navicella spaziale, anche se a quattro ruote. Il soprannome è azzeccato: comunica bene le sensazioni trasmesse a chi posa gli occhi sui suoi lineamenti. Solo cinque gli esemplari in cui prese forma l’Alfa Romeo 1900 C2, fra il 1952 e il 1953. Lo stabilimento del Portello fu la sua culla.

Come avrete capito, si tratta di una dream car, anche se in serie limitata e non in esemplare unico. Un modello della specie fa oggi da grande calamita al museo storico del marchio, dove concede il suo fascino a quanti giungono al suo cospetto. Anche se il nome ufficiale è quello che precede questo suffisso, tutti la conoscono come “Disco Volante”. Gli uomini della Carrozzeria Touring, nel disegnarla, hanno avuto forse un’ispirazione aliena. In ogni caso, il frutto del loro lavoro è prezioso. Stiamo parlando infatti di una serie di auto di grande fascino, che esprimono il loro carattere dialettico con notevole esuberanza.

Questa vettura nacque in un periodo di grande fermento sportivo e produttivo per la casa milanese. I manager vollero un prodotto del marchio che facesse assaporare le atmosfere delle corse. Così prese forma la 1900 C52, dove il codice finale stava per Competizione 1952: un riferimento cronologico all’anno del suo esordio. Notevole il pedigree, perché alla nascita della “Disco Volante” concorsero Gioachino Colombo e Carlo Chiti, con la supervisione di Orazio Satta Puliga. Sono nomi che fanno vibrare le corde sensoriali degli appassionati.

Un modello entusiasmante

La piattaforma scelta per eseguire il lavoro fu quella della 1900C Sprint, ma il frutto della trasformazione diede vita a un modello completamente diverso, che si fatica a connettere all’auto di partenza. Anche il telaio è completamente diverso da quello della donor car. Cuore pulsante del modello un rombante motore a quattro cilindri in linea da 1997 centimetri cubi di cilindrata, con 158 cavalli all’attivo, su un peso di 735 chilogrammi. La sua energia viene scaricata sulle ruote posteriori, come da nobile tradizione, con il supporto di un cambio a quattro marce.

Viste le sue origini e lo spirito portato in dote, non stupisce certo che l’auto abbia preso forma con il metodo di costruzione Touring Superleggera. La cifra letta alla bilancia conferma la bontà della scelta. Ottima l’accelerazione, ma anche la velocità di punta si spinge in alto, grazie anche all’ottima aerodinamica: 220 km/h non sono pochi per una vettura barchetta, anche se ci fu pure la declinazione coupé. La versione più affascinante della serie è però quella scoperta, con “fianchi larghi”. In questa veste, come già riferito in un’altra circostanza, presero forma altri due esemplari, dotati però del più potente motore sei cilindri in linea da 3 litri di Giuseppe Busso, con 230 cavalli al servizio del pilota. La vettura, nota come 6C 3000 Disco Volante, poteva spingersi oltre la soglia dei 240 km/h.

Alfa Romeo 8C Competizione Touring Disco Volante

Questo modello non fa mistero di essere un omaggio alla “Disco Volante” del 1952. Come quella, porta la firma della Carrozzeria Touring, ma è molto più recente, perché il suo debutto in società risale al 2013. Si tratta di una dream car, di un esercizio di stile, anche se ha preso forma in una tiratura limitata di modelli. Gli esemplari prodotti, in totale, sono stati 11, di cui 4 coupé e 7 spyder. Per base meccanica fu scelta quella della 8C Competizione. Del resto, quella creatura del “biscione” offriva il meglio che si potesse desiderare su questo fronte, almeno per un’auto del genere.

Anticipata nelle sue caratteristiche generali dalla concept car Touring Superleggera Disco Volante del 2012, questa vettura si concede allo sguardo con lineamenti sensuali e tondeggianti, che evocano il ricordo dell’illustre progenitrice. La connessione stilistica con la vettura storica è evidente, ma i tratti espressivi dell’Alfa Romeo 8C Competizione Touring Disco Volante profumano anche di grande modernità.

Non poteva che essere così, visto lo spirito avveniristico del modello cui ha reso omaggio. Se ci si fosse limitati a un banale remake, si sarebbe tradita l’essenza di quella nobile creatura degli anni cinquanta, vocata all’innovazione. Ecco allora la scelta di dare un taglio visivamente simile al modello ispirante, ma con slanci creativi che guardano avanti, spingendosi oltre i confini della stretta attualità.

Nobili parentele

Dicevamo del legame con la 8C Competizione. La liaison emerge soprattutto nell’adozione dello stesso telaio in acciaio e dello stesso motore. Quest’ultimo è il vigoroso V8 aspirato da 4.7 litri che anima le danze di alcune Maserati. Viene da Maranello, ha il timbro Ferrari, e sviluppa una potenza massima di 450 cavalli a 7000 giri al minuto, con una coppia di 480 kgm a 4750 giri al minuto. Un cuore nobile, quindi, montato anteriormente, che inebria per il suo vigore, per la qualità della spinta e per le musicalità meccaniche, di grande presa emotiva. L’energia viene scaricata sulle ruote posteriori, come sulla donor car, di cui replica il comportamento stradale, votato al piacere di guida. Al buon bilanciamento dell’auto concorre l’architettura transaxle.

Notevole il quadro prestazionale. Ecco alcune cifre: accelerazione da 0 a 200 km/h in 4.2 secondi, da 0 a 400 metri in 12.4 secondi, velocità massima di 292 km/h (solo due tacche sotto la 8C Competizione). Ad accompagnare il conducente nella sua azione ci pensa un cambio sequenziale a sei rapporti, che ne governa il ritmo ed anche le alchimie sonore. Queste le dimensioni del modello: 4610 millimetri di lunghezza, 2032 millimetri di larghezza (compresi gli specchietti), 1309 millimetri di altezza, 2640 millimetri di passo. La variante spyder fu svelata nel 2016 al Salone dell’Auto di Ginevra. Anch’essa, come la coupé, ha guadagnato importanti riconoscimenti in alcuni prestigiosi concorsi d’eleganza internazionali, compreso quello di Villa d’Este a Cernobbio, sul Lago di Como.

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