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Le auto storiche possono circolare in Piemonte: la Regione perde

Vince l’ASI: le auto storiche possono circolare in Piemonte:. La Regione perde. Sancito il diritto per i proprietari di quei mezzi

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Sconfitta la burocrazia. Le auto storiche possono circolare in Piemonte: la Regione perde. L’ASI (Automotoclub Storico Italiano) ci spiega di aver raggiunto un importante traguardo. Ossia un riconoscimento per l’intero settore del motorismo storico. Il presidente della Repubblica ha accolto il ricorso straordinario presentato dall’ASI per ottenere l’annullamento di decreti e delibere. Emesse da chi? Regione e Giunta regionale del Piemonte, Città Metropolitana e Comune di Torino. Oggetto: i divieti alla circolazione dei veicoli storici.

Auto storiche: diritto alla mobilità

Tutto nasce tre anni fa. L’istanza era stata presentata a fine 2019. E già nei mesi successivi le istituzioni piemontesi avevano recepito le motivazioni della Federazione. Varando la legge regionale del Piemonte 27/2020 per la “Valorizzazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico”. Il presidente della Regione Alberto Cirio e l’Assessore all’Ambiente Matteo Marnati avevano dimostrato sensibilità e buon senso, dice l’ASI. Incoraggiando e sostenendo la stesura della legge. Poi, il recente parere del Consiglio di Stato ha ulteriormente avvallato in maniera inconfutabile le motivazioni dimostrate dall’Automotoclub Storico Italiano portando il Presidente della Repubblica ad accogliere il ricorso.

Ma cosa dicevano le norme che proibivano l’uso delle auto storiche? Addirittura, era impossibile recarsi in officina. E partecipare a manifestazioni di settore, anche al di fuori dal territorio regionale. Un incubo. Per chi percorre poche centinaia di chilometri all’anno, indispensabili al fine di mantenere le vetture in perfetta efficienza meccanica.

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Davvero poche: innocue

L’esiguità dei veicoli storici certificati rispetto al complessivo di quelli circolanti ha avuto una conseguenza: il difetto di istruttoria e l’eccesso di potere per irragionevolezza e la lesione del principio di proporzionalità e adeguatezza. Insomma, si usa la scimitarra per distruggere una briciola di pane.

C’erano poi violazioni della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, in particolare negli ambiti della libera circolazione, della proprietà e della tutela dei valori storico-culturali. Il Consiglio di Stato ha accolto anche queste, annotando che i veicoli forniti di Certificato di Rilevanza Storica avrebbero meritato una regolamentazione differenziata. Aggiungendo che risulta dimostrato che l’impatto emissivo dei veicoli storici è da ritenersi scarsamente apprezzabile.

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