Il 9 marzo del 1955 è una data impressa nei ricordi degli appassionati del Lingotto e della sua storia. Proprio allora venne presentato, al Salone di Ginevra, un autentico mito: la Fiat 600, un’auto di importanza epocale poiché permise alle famiglie italiane di acquistare finalmente un’auto e trarne così evidente beneficio nei trasporti.
Fiat 600, 67 anni fa nasceva a Ginevra la prima auto della classe operaia
La vetturetta, immessa in commercio al prezzo di 590 mila lire (l’equivalente di 304 euro, se non ci fosse stata una certa inflazione…) lasciò a bocca aperta i visitatori. Secondo la stampa francese soddisfaceva non solo le masse, bensì consentiva anche di affrontare i problemi della circolazione e del parcheggio, man mano sempre più avvertiti nelle grandi città europee. Un cambiamento che mise pressione pure alle concorrenti d’Oltralpe, alla Volkswagen e alle Case inglesi, dove da anni erano in corso degli studi su come produrre un’utilitaria.
Ottima fu l’accoglienza in Italia, con la Fiat 600 capace di spegnere i mugugni degli aspiranti automobilisti. Il fastidio manifestato riguardava uno Stato che, sebbene provvisto delle migliori industrie, costituiva uno dei Paesi più arretrati nell’ottica della motorizzazione di massa. Congedata la Fiat 500, meglio nota come Topolino, il Belpaese e la 600 strizzavano all’occhio alla classe operaia, lanciando la nostra penisola nell’era del boom economico.
Il simbolo della ripartenza e del boom economico
Qualche stoccata proveniva dalla stampa specializzata. Nello specifico, finirono oggetto di critiche le imposte automobilistiche e gli scarsi finanziamenti. Si auspicava un concreto impegno da parte delle istituzioni per stimolare il settore. Inoltre, si mise in dubbio l’effettiva capacità della Fiat di offrire un veicolo popolare di fatto e non più solo di nome.
Nonostante tali incertezze, regnavano un generale clima di ottimismo e il desiderio di ripartire. Ben presto, l’Italia si avviò fu protagonista della motorizzazione di massa e del benessere, di cui la 600 e ancor più la 500 rappresentano tuttora un simbolo.