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Auto elettriche, battaglia in UE

I capi dei grandi Gruppi automobilistici scettici sull’imposizione delle auto elettriche in UE. Serve una seria riflessione

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Commissione UE in pressione: vuole imporre alle Case di costruire solo auto elettriche dal 2035. Di fronte a chi ritiene che l’obiettivo non sia raggiungibile, o lo sia solo a patto di sacrificare centinaia di migliaia di posti di lavoro, la Commissione non arretra di un millimetro. Quindi, è e sarà battaglia in UE per capire se e come la proposta andrà avanti. Intanto, i capi dei grandi Gruppi automobilistici scendono in campo.

Nelle scorse ore, Herbert Diess, amministratore delegato del gruppo Volkswagen (ma fra i maggiori sostenitori dell’elettrico), è stato chiaro e perentorio, come nel suo stile teutonico: in Europa, l’addio ai veicoli endotermici è semplicemente impossibile: lo ha dichiarato al sito The Verge. Perché? Perché ci sono numerosi freni che impediscono di raggiungere il target del 100% di vendite di macchine elettriche, facendo morire le auto a benzina e diesel (nonché le ibride di qualsiasi genere).

Poi, la Commissione UE ha un obiettivo intermedio: il piano per arrivare al 50% di EV entro il 2030. Per Diess, è estremamente ambizioso. Relativamente al Gruppo VW, sarebbero necessarie 6 gigafactory. Che sfornano a getto continuo batterie.  Operative entro il 2027. È quasi impossibile farlo, dice l’ad.

In generale, per Diess, l’Europa ha bisogno di 30 di questi impianti. Ogni fabbrica è di 2 km per uno di dimensioni. Devono essere spostate enormi quantità di materie prime. Sarà impegnativo.

E ancora Diess: le auto elettriche hanno senso solo se l’energia è rinnovabile. Ci sono nazioni che basano la produzione di energia elettrica sul carbone. Insomma, si inquinerebbe all’origine. Bisogna convertire il settore primario alle energie rinnovabili al 100%, sostiene il capo VW.

Non ultimo: il lancio dei veicoli elettrici dipenderà dalla legislazione e dall’aumento delle energie rinnovabili. Questo deriverà dalle politiche statali e da una politica globale, non dalle decisioni individuali dei produttori di auto, sostiene Diess. Che tutto è tranne un no Watt.

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Auto elettriche: parola a Taveres e De Meo

Il numero uno di Stellantis, Tavares, è ancora più netto: il ceto medio e quello basso non possono comprare l’elettrica. Troppo costosa perché le Case stanno investendo somme enormi. Sarebbe quindi un mezzo d’élite.

Oltretutto, bisogna anche vedere a quale elettrica si fa riferimento, aggiungiamo noi: ossia una vettura di tutto rispetto, o una super low cost con autonomie e tempi di ricarica insoddisfacenti. Nel primo caso, si spende di più e la vettura a pila è per pochi. Resterebbe il noleggio lungo termine, che però non è una passeggiata a livello di canone. Specie se le colonnine pubbliche sono poche: che convenienza si ha negli spostamenti lunghi?

In più, il capo di Renault, De Meo, ha posto condizioni ben precise per un addio totale ai motori a scoppio. Uno: la presenza di un’adeguata rete di ricarica. Due: prezzi dell’elettricità favorevoli. Fattori che oggi non ci sono in UE, né in Italia tantomeno.

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