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Mercato auto nel 2022: crollo dei privati, bene il noleggio lungo

Chiusura d’anno in rosso per le vendite. E adesso, ecco le previsioni per il mercato auto nel 2022: bene il noleggio lungo termine

Mercato auto nel 2022

Malissimo le vendite di macchine in Italia in tutto il 2021, ma quali le previsioni per il mercato auto nel 2022? Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia, ci sarà un periodo ancora difficile per il canale dei privati, con una crescita rispetto al 2021 di soli 3,1 punti percentuali, arrivando a un volume di immatricolazioni di 950.000 unità.

Insomma, famiglie in difficoltà. Anche perché aggiungiamo che sulla loro testa piovono i rincari tremendi di luce e gas.

Per le aziende che acquistano direttamente, l’incremento dovrebbe raggiungere il 7,3%, conquistando le 80.000 nuove targhe.

Mercato auto nel 2022: bene il noleggio lungo termine

Bene invece (anche considerando i tracolli altrui) il noleggio lungo termine, con 265.000 immatricolazioni: crescerà del 5,9%. Anche grazie a una formula straordinariamente comoda: con un canone, hai auto, assicurazioni, manutenzione. A zero pensieri, senza le noie dell’acquisto, senza la burocrazia che ruota attorno a una compravendita.

Per le auto-immatricolazioni (km 0), vista la grave carenza di prodotto indotta dalla difficoltà nell’approvvigionamento di microchip, si ipotizzano volumi simili a quelli del 2021: 135.000 unità, pari a una modesta crescita dell’1,9%.

Mercato auto nel 2022

Niente incentivi, quali scenari

Come al solito diretto e preciso Saladino nel commentare i dati: il 2021 si è chiuso con un mercato in crisi, nel quale la domanda è più elevata dell’offerta. E dove il Governo Draghi ha deciso di interrompere il piano di incentivi nei confronti dell’auto.

Dietro a questa decisione, c’è il semplice ostracismo populista nei confronti dell’auto? Allora, dice Saladino, il risultato sarà l’ulteriore invecchiamento del parco circolante. Più tutti i costi della transizione “ecologica” a carico dei consumatori di questo Paese.

Se invece nella testa di Draghi, sostiene il Country Manager di Dataforce Italia, c’è già l’attuazione di una piena riforma fiscale finalmente in linea con il resto d’Europa, allora va bene.

O magari questo è un assist per un rilancio dei motori tradizionali: benzina e diesel. Questa la prospettiva evidenziata: l’elettrico costa troppo. E ci si rifugia nel classico motore termico.

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