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Batterie auto elettriche: AVL Italia investe nella Motor Valley

Buona notizia per le batterie auto elettriche: AVL Italia investe nella Motor Valley. Perché non esistono solo allarmi per la nuova mobilità

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Ecco il business del presente e del futuro: batterie auto elettriche. Fatte nelle Gigafactory, di solito, come quelle di Tesla. Per il nostro Paese, c’è una buona notizia: AVL Italia investe nella Motor Valley. Darà vita a un centro di produzione di macchinari per i test e le verifiche sulle batterie per auto elettriche.

Parliamo di un’impresa globale leader per lo sviluppo, la simulazione e il collaudo di sistemi powertrain: AVL. Mentre la stranota Motor Valley è un cuore pulsante dell’automotive internazionale, un luogo di culto, la patria dei motori nel globo terracqueo. Un distretto industriale e culturale, quello situato in Emilia-Romagna, che il mondo ci invidia.

Adesso, la Motor Valley si evolve e si elettrifica. A Cavriago, in provincia di Reggio Emilia, AVL Italia farà sorgere uno stabilimento. Grazie al finanziamento di 12 milioni di euro messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Emilia-Romagna.

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Batterie auto elettriche: con la Lean Industry

Il tutto all’insegna della Lean Industry: la produzione snella. Un sistema che riduce gli sprechi, sorta di evoluzione della produzione di massa. Il secondo principio ispiratore è l’Industria 4.0: automazione industriale mixata a tecnologie che migliorano le condizioni di lavoro.

Obiettivo, finire la fabbrica il 2022 e il 2023 nel centro di ricerca della Regione: 1000 metri quadrati. SI mira ad assumere 20 persone tra tecnici e ingegneri così da sfornare celle, moduli e batterie di elevata qualità.

Grazie anche a test climatici eseguiti sulle batterie per autotrazione. Insomma, si vede quanto le batterie possano resistere a temperature altissime e bassissime. D’estate e d’inverno. Come? C’è un innovativo metodo di raffreddamento delle celle delle batterie. Target: ridurre del 30% i tempi di inattività.

Insomma, l’auto elettrica porta anche nuove opportunità. Non c’è solo l’allarme disoccupazione di cui parla la CLEPA, l’Associazione europea della componentistica automotive. Prevede che 501.000 posti di lavoro nella catena di fornitura legata alla produzione di componenti per motori a combustione interna (ICE) andranno persi se questa tecnologia verrà gradualmente abbandonata entro il 2035.

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