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CLEPA vede mezzo milione di lavoratori in meno con l’elettrico

Uno studio voluto da CLEPA fissa in almeno mezzo milione i posti di lavoro che si potrebbero perdere con l’elettrico: molti in Italia

Nuova 500 Elettrica

Con il mondo dell’auto che va verso l’elettrico, sono molteplici i segnali e gli allarmi lanciati in relazione ai possibili rischi soprattutto legati ai livelli occupazionali. L’ultimo grido d’allarme, in termini cronologici, arriva dalla CLEPA che ha commissionato uno studio dedicato alla società di consulenza PwC. L’associazione che rappresenta diversi fornitori fa presente che i risultati dello studio dicono si che l’elettrificazione è utile a ridurre i gas serra immessi nell’atmosfera, ma mette in guardia sui rischi in termini occupazionali soprattutto per chi oggi realizza propulsori tradizionali. Senza mezzi termini, lo studio commissionato da CLEPA ammette che potrebbero andare persi almeno mezzo milione di posti di lavoro in tutta Europa entro il 2040.

Un dato che se venisse confermato dovrebbe far riflettere fortemente sulla questione. Tali perdite di posti di lavoro non potranno essere compensate dalla crescita e sviluppo di veicoli elettrici, difatti sempre secondo CLEPA si verrebbero a generare solamente circa 225mila nuove posizioni per una perdita decisamente consistente pari ad oltre il valore medio.

Lo scenario potrebbe vedere la luce se l’Unione Europea continuerà ad affermare le sue volontà in relazione al pacchetto Fit for 55 che consentirà l’esclusiva vendita di veicoli elettrici dopo il 2035. La richiesta va quindi nella direzione di una tecnologia mista che vada comunque incontro alla riduzione delle emissioni: si pensi alle tecnologie ibride, all’idrogeno e ai combustibili derivati da processi rinnovabili e simili. Un approccio simile a questo proposto da CLEPA riuscirebbe a garantire uno sgravio in termini di emissioni, ma allo stesso tempo anche il mantenimento dei livelli occupazionali.

“Lo studio evidenzia i rischi di un approccio esclusivamente elettrico per il sostentamento di centinaia di migliaia di persone che lavorano duramente per fornire soluzioni tecnologiche per la mobilità sostenibile”

ha ammesso il direttore generale di CLEPA, Sigrid de Vries.

Lo studio proposto da CLEPA ha ragionato su alcuni punti fondamentali

Secondo il rapporto, preparato da PwC per CLEPA, oggi in Europa insistono 1,7 milioni di lavoratori presso fornitori automobilistici con ulteriori 1,2 milioni di posti di lavoro presso i costruttori automobilistici. Ci sono anche circa 1,21 milioni di posti di lavoro in attività volte alla produzione di pneumatici, carrozzerie, prodotti chimici, batterie e apparecchiature elettriche e 3,2 milioni nei servizi di supporto.

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Lo studio ha preso in considerazione tre punti fondamentali:

  • Qual è l’impatto delle diverse tecnologie di propulsione sul valore che i fornitori possono aggiungere?
  • Qual è l’effetto corrispondente sui posti di lavoro?
  • Qual è l’effetto sugli obiettivi climatici?

La maggior parte, il 70 per cento, del “valore aggiunto” dei veicoli elettrici proverrebbe dalle batterie, dalle materie prime, dall’assemblaggio e dal riciclaggio. Tuttavia, un’industria dedita a queste prerogative si trova oggi in una fase pseudo primordiale in Europa, con diverse Gigafactory già pianificate ma poche attualmente in funzione.

Con lo sviluppo di tale industria, lo studio di CLEPA ha rilevato che i posti di lavoro presso i fornitori di propulsori tradizionali diminuiranno drasticamente, soprattutto dopo il 2030. Ci sono 599.000 posizioni nel settore oggi, ma quella cifra scenderà a 513.000 nel 2030 e soltanto a 153.000 unità nel 2035.

Lo studio ha quindi ragionato su tre possibili eventualità in termini di powertrain utilizzabili:

  • Tecnologia mista, che ridurrebbe comunque le emissioni di CO2 dagli attuali 95 g/ km a 20 g/km nel 2040 e aggiungerebbe circa 200.000 posti di lavoro entro la stessa data
  • Solo EV, che ridurrebbe le emissioni a zero entro il 2040, ma con una corrispondente perdita di 275.000 posizioni lavorative
  • Una situazione più radicale in cui le emissioni vengono ridotte a zero entro il 2030, ma la perdita di posti di lavoro supererebbe le 360.000 unità

Lo studio ha precisato anche che i livelli maggiori di perdita si avrebbero in quattro Paesi: Germania, Italia, Spagna e Romania in ordine di unità perse.

Le raccomandazioni proposte d CLEPA dicono che intanto l’UE si focalizza esclusivamente sulle emissioni prodotte dai veicoli, allo scarico. Viene infatti ignorata la componente emissiva dovuta all’effettiva produzione dei veicoli, ai combustibili utilizzati e alle modalità con le quali viene generata l’energia. Si dovrebbe invece pensare ad un approccio che consideri l’intero ciclo di vita, sarebbe questo il primo passaggio per praticare qualche cosa di essenzialmente utile a non gravare sulle spalle dei lavoratori. Al solito.

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