Caro energia, sono guai. Iniziamo dalla fine: gli automobilisti italiani rischiano una batosta economica. Per l’aumento del prezzo di benzina diesel, gas, elettricità. Non si salva neppure, quindi, chi ha la macchina elettrica. Tutto deriva dal fatto che il prezzo dell’energia elettrica è agganciato a quello del gas: materia di scontro nel Consiglio Energia dell’Unione Europea. Abbiamo Paesi del Nord contro Paesi del Sud. Certo che in casi del genere di tutto si può parlare fuorché di Unione: quando una nazione è in difficoltà economica, non pare che le altre siano disposte a (minimi) sacrifici per dare manforte.
I Paesi del Nord sono guidati come sempre, come e più di prima, dalla potentissima Germania, leader indiscussa dell’UE (che in realtà dovrebbe avere tutti i membri alla pari). Le nazioni di questa zona del Vecchio Continente non vogliono modificare le attuali regole del mercato energetico UE. Hanno tutta la convenienza economica a mantenere lo status quo.
Il secondo partito è guidato dall’Italia: gli Stati del Sud dell’UE. Il ministro della Transizione Cingolani preme affinché si rivedano le direttive. Obiettivo: sganciare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Cingolani ha presentato a Bruxelles un documento comune sottoscritto con i colleghi di Francia, Spagna, Grecia e Romania. Chiede di proteggere i cittadini dalla volatilità dei mercati del gas naturale. Domanda di modificare l’articolo 5 della direttiva elettricità. Così che i consumatori paghino un prezzo che rifletta meglio il mix utilizzato per generare l’energia, molto diverso da Paese a Paese.
Caro energia: Italia vs Germania
Ma la Germania è scatenata con il suo no duro, deciso, irremovibile. Un “nein” ripetuto, ribadito. Oltretutto, i teutonici fanno da locomotiva di interessi. Si portano appresso addirittura nove Paesi schierati sul fronte opposto: Austria, Estonia, Finlandia, Danimarca, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo e Paesi Bassi. I quali vanno sempre più spesso a braccetto coi tedeschi. La linea è ferma: le regole attualmente in vigore non si cambiano per nessuna ragione al mondo.
Perché? Stando alla Germania e compagnia, queste norme funzionano benissimo. Inoltre, dice, non bisogna avere fretta: adesso c’è burrasca, ma in primavera tornerà il sereno.
A dimostrazione di chi comanda, sentiamo il ministro dell’Energia sloveno, che guida la presidenza di turno UE. Alla fine, fa la sua sintesi: non ci sono prove che l’attuale mercato energetico UE non funzioni, dice. Anzi, ci sono diversi vantaggi per il consumatore.
Il risultato è semplicissimo: aumenteranno benzina diesel, gas, elettricità. Sino a primavera. Dopodiché, ci viene promesso, ecco l’arcobaleno con la fine della bufera. Certo che il prezzo della transizione energetica è pesantissimo per le famiglie italiane, martoriate dal Covid e dalle terribili conseguenze economiche della pandemia.
Patrimoniale contro il caro energia: polemiche
Intanto, in Italia, c’è l’ipotesi di una patrimoniale occulta da cui ricavare risorse per contrastare il caro bollette. Ma per il deputato e responsabile energia del gruppo di Forza Italia alla Camera, Luca Squeri, è un’assurdità. Sarebbe paradossale far pagare doppiamente ai cittadini il prezzo dell’aumento del costo dell’energia, dichiara.
Per Squeri, è necessario porre rimedio alla dipendenza dal gas come fonte energetica, che nel nostro Paese corrisponde a circa il 40% del fabbisogno, contro il 20% della media europea. Ed è necessario attivare quei giacimenti che sono finora inutilizzati a causa di un ambientalismo ideologico che ha posto il divieto di trivellazione, a danno del Paese, conclude.