in

Prezzo della benzina in aumento spinge su del 3% l’inflazione

Nel mese di ottobre, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo salga del 3%: anche a causa del prezzo della benzina in aumento

prezzo della benzina

Momento delicato per i consumatori italiani, alle prese con aumenti di ogni genere: in particolare, automobilisti nel mirino (occhio ai prezzi degli pneumatici invernali). Se il prezzo della benzina sale, cresce anche l’importo delle tasse: due terzi di un pieno. E adesso, l’ennesima stangata, che vedono i carburanti fra i protagonisti: nel mese di ottobre, l’Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività salga del 3% su base annua. Un record che non si vedeva dal 2012.

D’altronde, con la benzina che sale, cresce il costo dei trasporto dei beni: tutto più caro. Un circolo vizioso. In premessa, beni energetici non regolamentati: comprendono i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica mercato libero. Beni regolamentati: includono i beni energetici regolamentati e gli altri beni regolamentati.

Per l’Istat, l’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione è in larga parte dovuta, anche nel mese di ottobre, ai prezzi dei beni energetici (da +20,2% di settembre a +24,9%) sia a quelli della componente regolamentata (da +34,3% a +42,3%) sia ai prezzi di quella non regolamentata (da +13,3% a +15%).

prezzo della benzina 2

Prezzo della benzina responsabile dell’inflazione

Soprattutto, per la componente non regolamentata, accelerano i prezzi del gasolio per i mezzi di trasporto (da +17,9% a +23,5%; +3,6% sul mese), quelli della benzina (da +18,4% a +22,1%; +2,9% rispetto al mese precedente), quelli degli altri carburanti (da +17% a +33%; +13,6% la variazione congiunturale).

E chi ha l’auto elettrica? Può non piangere come chi ha l’auto a benzina e diesel: i prezzi dell’energia elettrica mercato libero registrano invece un’inversione di tendenza da +2,6% a -7,9% (-10,2% la variazione congiunturale). C’è poco da festeggiare, visti i continui rincari recenti.

Il problema è che s’impennano i prodotti ad alta frequenza di acquisto: includono, oltre ai generi alimentari, le bevande alcoliche e analcoliche, i tabacchi, le spese per l’affitto, i beni non durevoli per la casa. Più i servizi per la pulizia e manutenzione della casa, i carburanti, i trasporti urbani, i giornali e i periodici, i servizi di ristorazione, le spese di assistenza.

Lascia un commento