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Alfa Romeo Montreal: si presta per un’interpretazione moderna

Il tema non è nuovo, ma si arricchisce di nuove riflessioni. L’Alfa Romeo Montreal potrebbe rivivere in veste contemporanea?

Alfa Romeo Montreal
Un'Alfa Romeo Montreal al raid dell'Etna 2021, in Sicilia.

Secondo HotCars ci sarebbero tante valide ragioni per cui l’Alfa Romeo Montreal dovrebbe tornare alla ribalta, come fonte di ispirazione di un nuovo modello al top della casa del “biscione”. A giudizio dei suoi redattori, questa vettura è stata una delle più cool della sua epoca. Ecco perché la rivorrebbero presto, in una veste contemporanea. La rivista si aggancia a diversi argomenti per accreditare la tesi. Ne riportiamo alcuni, rimandando alla lettura del pezzo originale per gli eventuali approfondimenti.

Intanto sarebbe un’auto da sogno, come in tempi recenti lo è stata la 8C Competizione. Poi avrebbe un V8, uno stile iconico e darebbe seguito alla nobile tradizione delle GT, dando una vivace pennellata di sportività alla gamma della casa automobilistica milanese, il cui blasone è superiore al taglio dei modelli dell’attuale listino. Ragionare sull’argomento può essere un utile spunto per approfondire il tema. Ecco perché ci piacerebbe leggere la vostra opinione. Prima di iniziare, però, è giusto fare un breve ripasso delle caratteristiche del modello che dovrebbe traghettare il suo spirito nell’attualità.

Curiosità sull’Alfa Romeo Montreal

L’Alfa Romeo Montreal aveva molte frecce al suo arco. Poteva essere un’auto di successo, ma il suo potenziale non è stato messo a segno, almeno nella misura in cui avrebbe meritato. Forse quest’auto del “biscione” è nata al momento sbagliato, ma si è fissata comunque nella storia, con la forza delle sue credenziali. Basta guardarla per rendersi conto dell’ottimo lavoro stilistico svolto da Marcello Gandini, autore dello stile per Bertone.

Le linee della carrozzeria regalano infatti un’inebriante miscela di carattere e sportività. Impossibile non farsi catturare dalla sua presenza scenica. L’insieme è ben calibrato nei suoi elementi ed anche i dettagli sono in linea con la tela grafica generale. La vistosa presa d’aria frontale, di tipo Naca, posta al centro del cofano motore, conferma l’assunto. Oltre che bella, è anche utile ad alleggerire sul piano visivo il rigonfiamento dovuto alla presenza del corposo V8 da 2.6 litri che ne anima le danze.

Motore di nobile provenienza

Questo cuore discende da quello usato sulle 33 da gara, anche se ammorbidito per l’uso stradale. Notevole la sua grinta, solo in parte evidenziata dalla potenza massima, pari a circa 200 cavalli. Una cifra bassa per gli standard odierni, ma è doveroso ricordare, per chi volesse fare facile ironia, che questa vettura ha più di 50 anni sulle spalle, essendo stata presentata, nella sua veste definitiva, al Salone dell’Auto di Ginevra del 1970.

Ancora oggi, comunque, i 7.1 secondi impiegati dall’Alfa Romeo Montreal per raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo restano un bel dato. Anche l’accelerazione da 0 a 1000 metri, coperta in 27.5 secondi, non è male. La velocità massima tocca quota 224 km/h. Credo che basti. Diciamo quindi che il motore di questa creatura della casa automobilistica milanese è degno delle aspettative, oltre che intonato alla sportività del suo design.

Estetica molto coinvolgente

Il trattamento muscolare dei volumi regala tanta personalità stilistica all’opera, valorizzata nella sua aggressività da alcune tinte vistose del catalogo, che in casi del genere ci stanno tutte. Uno degli elementi stilistici distintivi sono le “palpebre” che celano parzialmente i doppi fari anteriori. Di particolare fascino anche le sei feritoie orizzontali sui montanti laterali, che conferiscono ulteriori note di sportività, alleggerendo lo svolgimento del profilo dell’auto.

Tocchi da grande maestro, degni della matita di Marcello Gandini. Il look, per quanto aggressivo, non è da sportiva estrema. Del resto, l’Alfa Romeo Montreal sposa la filosofia delle granturismo, quindi è nel suo spirito il dovere di smorzare le note della sportività estrema. Si tratta di un’auto adatta per veloci trasferte, accompagnate da stimoli emotivi molto coinvolgenti, senza però richiedere doti di guida da pilota di Formula 1. A contrastare in frenata la foga del modello ci pensano quattro dischi autoventilanti Girling.

Rivalutata in tempi recenti da parte degli appassionati, questa vettura avrebbe le carte in regola per ispirare una nuova creatura del “biscione” che, pescando nella storia, traghetti nel futuro i valori nobili del marchio. Voi che ne pensate? Non sarebbe una buona idea? Se lo gradite, fateci sapere il vostro punto di vista sulla questione.

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