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Elettrico: il punto sul futuro del motore endotermico

Con le imposizioni dell’Unione Europea sull’elettrico, i tradizionali propulsori endotermici si trovano in una condizione non semplice

Nuova 500 Elettrica

Con le imposizioni dell’Unione Europea sull’elettrico, che dovrà essere il principale schema propulsivo a partire dal 2035, il propulsore endotermico sembra sempre più in crisi. Il problema è che non esistono possibilità altre, messe in pratica dall’UE, per “aggirare” le imposizioni sull’elettrico e l’obiettivo appare più che mai ambizioso. Il futuro del motore endotermico quale sarà? Dire addio al propulsore che da sempre ha caratterizzato l’automobile appare complicato, perlomeno per una grossa fetta di appassionati.

A dare del filo da torcere alle attuali motorizzazioni è la normativa anti inquinamento Euro 7. Di certo si può dire che al momento la situazione risulta in pieno divenire dato che continuano comunque, incessantemente, le trattative necessarie fra i funzionari europei e i rappresentati degli Stati membri. Pare ormai assodato che molti dei nuovi standard verranno resi operativi a partire dal 2027 con un anno di ritardo rispetto al 2026 pronosticato. Le restrizioni potrebbero anche risultare meno stringenti in modo quindi da allontanare la possibilità che si debba esclusivamente pensare all’elettrico.

C’è poi il capitolo sui costi che erano stati giudicati chiaramente troppo eccessivi col fatto che risultava praticamente non giustificabile continuare a investire sulle motorizzazioni tradizionali destinate in un primo momento a raggiungere ben presto un punto morto. Le modalità imposte all’inizio sembrano quindi destinate ad un set di modifiche sostanziali. A far ragionare l’UE potrebbero essere stati alcuni Paesi che hanno indicato le possibili problematiche derivanti dall’esclusiva adozione dell’elettrico: su tutte la questione legata ai posti di lavoro.

Come cambia la condizione che sanciva l’esclusivo passaggio all’elettrico

Muta quindi lo scenario. L’adeguamento prima o poi risulterà necessario, tanto che ormai quasi tutti i costruttori appaiono sempre più votati all’esclusivo utilizzo dell’elettrico. Di certo nell’attenzione rivolta all’ecologia, il mondo dell’auto non è rimasto mai a guardare con continue ricerche e modalità di approccio ad un modello diversificato che punta a divenire sempre più green.

A molti però non è piaciuta l’imposizione prodotta dalla Commissione Europea che ha praticamente imposto una ed una sola modalità di approccio al futuro. Non è un caso che su questo aspetto si siano prodotte già voci di un certo rilievo, a cominciare dalle dichiarazioni rilasciate dal CEO di Stellantis Carlos Tavares.

Appare chiaro che i costruttori non sono riusciti ad imporre le loro idee e visioni del futuro alla gestione politica della questione. La necessità sarebbe quella di considerare maggiormente le eventuali alternative rispetto alla visione esclusiva dedicata solamente all’elettrico. Una considerazione già proposta dai principali attori della vicenda. Delle possibilità ne abbiamo già parlato qui, tutte percorribili da ogni costruttore che potrebbe quindi intervenire sullo spettro di possibilità che la transizione potrebbe offrire guardando anche al di là dell’elettrico imposto. Le associazioni di categoria chiedono di ampliare il raggio d’azione anche ad ulteriori alternative: l’elettrico non può essere l’unica possibilità. Non si può nemmeno mettere da parte un patrimonio di competenze che il Vecchio Continente ha sviluppato in una storia più che centenaria. Fornire un privilegio all’elettrico significa spalancare la strada ad altri Paesi che già da tempo possiedono competenze superiori su questa modalità di propulsione relegando ancor di più il comparto ad una condizione di dipendenza maggiore da questi.

A questo punto non sono escluse modifiche alla questione. Da qui all’effettiva applicazione potrebbero cambiare ancora molte cose.

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