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Ricambi auto: aumentano gli acquisti dell’E-Commerce, ecco perché

ricambi auto

Ormai l’E-Commerce, la modalità con cui si acquista di tutto sul Web, comodamente seduti da casa, ha allargato i suoi orizzonti. Si compra davvero di tutto, anche i pezzi di ricambio per la nostra auto. E il settore degli autoricambi cambia profondamente, perché non sono solo i singoli utenti a sfruttare il commercio elettronico per comprare dischi dei freni, kit tagliando, giunti, cuscinetti e qualsiasi altro pezzo di ricambio per auto, ma lo fanno anche i ricambisti.

È quello che emerge da una inchiesta studio di Anfia-Aftermarket, precisamente “Aftermarket ed e-commerce. Gli acquisti online di automobilisti e ricambisti”, di cui parla anche il quotidiano Repubblica. L’analisi del mercato degli autoricambi, prodotta da autentici professionisti del settore, mette in risalto l’evoluzione del mercato stesso, che come dicevamo, verte decisamente verso il commercio a distanza ed Internet.

Ed è così che alla fine anche il mercato dei ricambi auto diventa digitale, adeguandosi alle nuove tecnologie ed a quella che è diventata una autentica moda in più settori.

Ricambi auto, adesso si comperano on line

È evidente che anche il mercato dei pezzi di ricambio per le auto e per tutti i veicoli a motore sta virando decisamente verso il canale dell’E-Commerce. E pertanto, il mercato dei ricambi auto diventa, ogni giorno che passa, sempre più digitale.

Ma se da un lato questa situazione appare inevitabile, visto il largo utilizzo che tutti fanno della rete, anche per gli acquisiti di tutti i giorni, ciò che viene messo in risalto dalla studio di Anfia-Aftermarket, che si è avvalso anche della collaborazione di Giba, è che non sono solo i clienti e proprietari di auto ad usare il canale telematico.

Adeso anche i ricambisti e le officine sono portate sempre di più ad utilizzare questo canale per comperare i pezzi di ricambio da montare sulle auto e sui veicoli dei loro clienti. La facilità di acquisto, di pagamento e la grande varietà di pezzi acquistabili, tutti fattori che le nuove tecnologie mettono a disposizione degli utenti, è alla base di questo autentico boom.

Per l’utente singolo, cioè per chi ha una auto che necessita di pezzi di ricambio, spesso basta inserire la targa dell’auto per avere a disposizione un ventaglio di pezzi di ricambio in base alle sue esigenze e in base a quanto vuole spendere. Probabilmente non c’è negozio di auto ricambi che può fare concorrenza e paragonarsi alla varietà di scelta che la rete può offrire.

Ed è questo che spinge sempre di più i consumatori finali, se così si possono chiamare i clienti dei ricambisti e delle officine, a presentarsi dal meccanico piuttosto che dal carrozziere, già con i pezzi comperati.

La pandemia ha contribuito a questo boom di acquisti on line dei pezzi di ricambio per auto

L’analisi come dicevamo, fa emergere anche uno spaccato del tutto nuovo, che esce fuori dai canoni del settore ricambi come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. I ricambisti e le officine erano solito approvvigionarsi di materia prima (i ricambi), presso fornitori che adottavano la vendita classica, quella per il tramite di rappresentanti e corrieri. Adesso invece tutto cambia. Il cliente deve fare il tagliando per auto? Allora l’officina acquista i pezzi necessari al tagliando, il classico Kit, magari anche con l’olio motore necessario e dopo pochi giorni ecco che i pezzi arrivano direttamente all’indirizzo di consegna indicato, magari all’officina stessa.

E forse è stata anche l’emergenza Covid a dare manforte a questo mercato telematico anche per i pezzi di ricambio. Lo sottolinea l’analisi di Anfia-Aftermarket.

Secondo lo studio,  complici anche le restrizioni dovute alla pandemia da Sars-CoV-2, si è largamente diffusa questa moda di acquisto di ricambi che va oltre l’auto, perché riguarda anche le moto, i ciclomotori, gli scooter, i furgoni e così via. Ricambi per tutti i veicoli e per tutti i gusti, perché nell’analisi si arriva a sottolineare che per esempio adesso sono largamente comperati anche gli pneumatici per auto.

Lo studio nasce da un campione di persone intervistate, nello specifico oltre 1.000 automobilisti ed oltre 300 tra officine e ricambisti. Ed emerge che ci sono anche differenze di prezzo che spingono a scegliere il telematico ai canali di vendita normalmente utilizzati fino ad oggi.

E su Repubblica lo studio viene spiegato da Carlo Covini, responsabile area mercato vettura-web di Anfia-Aftermarket.

“Sono ormai diversi anni che si registra un interesse crescente, da parte dei produttori di ricambi auto, verso la comprensione del comportamento del consumatore, che si tratti dell’automobilista o di un operatore del settore, nei confronti degli acquisti online, un fenomeno molto sfaccettato e in costante evoluzione”, queste le parole di Covini che ha spiegato da dove è partita l’idea dello studio.

Le aziende della sezione Aftermarket di Anfia hanno quindi progressivamente sviluppato un progetto web che, partito con l’intento di conoscere i protagonisti del mercato a livello nazionale, ha ben presto dovuto fare i conti non solo con il fatto che il mercato internet non conosce confini per definizione, ma, soprattutto, con la constatazione che la maggioranza dei player in gioco è straniera. L’esigenza di maturare un’effettiva conoscenza del fenomeno ci ha condotto alla decisione di commissionare questo studio a Gipa”, così si è espresso il responsabile di Anfia-Aftermarket che ha messo in luce la motivazione di fondo che li ha spinti a commissionare questa indagine statistica di mercato.

Aftermarket si adegua alla novità del commercio telematico quindi, perché come si legge su Repubblica, “da anni ormai le aziende dell’aftermarket (e sono 68 associate) si sono organizzate con strumenti per il commercio elettronico con i propri distributori di ricambi, in un sistema chiuso, così come avviene per la maggior parte dei distributori nel successivo anello della filiera aftermarket, ovvero con i ricambisti”, adesso però dal sistema chiuso si passa a quello aperto e infinito della rete.

Come spiega Covini infatti, “lo studio punta, invece, a capire che cosa succede in uno scenario aperto, dove tutti possono vendere tutto a tutti. Questo è l’aspetto realmente sconosciuto che è interessante analizzare”.

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