La Ferrari Amalfi sostituisce la Roma, da cui riprende le architetture generali, ulteriormente affinate, per dar vita a un prodotto più moderno e in linea col nuovo corso della casa di Maranello. La nuova berlinetta a motore centrale-anteriore coniuga prestazioni elevate, versatilità d’uso e un’estetica ricercata. In sostanza, la stessa ricetta dell’auto di cui ha preso il posto, ma spinta verso nuovi lidi.
Questa coupé si rivolge a quanti vogliono vivere le emozioni della guida sportiva, senza rinunciare a comfort e stile. A lei il merito di scrivere un nuovo equilibrio fra adrenalina e fruibilità quotidiana. Con questo mix, gli uomini del “cavallino rampante” sono certi di avvicinare nuovi clienti al marchio. Si stima che il 50% degli acquirenti saranno al loro primo ingresso nel mondo delle “rosse”.
Lo stile della Ferrari Amalfi
Anche se sfoggia una silhouette simile a quella della Roma, la Ferrari Amalfi si differenzia in modo sensibile da questa sul piano estetico. In particolare cambia il frontale, che abbandona la brutta calandra grigliata della progenitrice che, insieme ai gruppi ottici anteriori, pregiudicava il buon lavoro stilistico svolto da Flavio Manzoni. Qui il designer sardo ha recuperato una migliore gradevolezza estetica, anche a costo di una minore personalità.
La vista anteriore, sulla nuova nata, è più appagante. Si coglie qualche parentela con la Purosangue, che ha fornito utili spunti per il trattamento dell’area, ma in un quadro volumetrico completamente diverso, che produce una certa specificità. Ottimo l’innesto dell’inedito design frontale nel corpo grafico del modello di partenza, rivisto anche negli altri segmenti visivi.
Il profilo laterale, all’altezza delle portiere, guadagna dei rilievi, che donano tensione e slancio, raccordando in modo diverso i passaruota. Così ne deriva un’immagine più atletica rispetto a prima. Molto riuscito, nello specchio di coda, il nuovo elemento nero che prolunga il lunotto, allungandolo felicemente sul piano ottico. Oltre che esteticamente riuscito, ha una ben precisa funzione aerodinamica.
Diverso il trattamento della parte bassa, che conferisce maggiore pienezza al posteriore, ma qui forse non si è fatto meglio che sulla Roma. La scelta si è connessa al bisogno di un migliore raccordo con l’anteriore, più voluminoso di prima. Allo spoiler integrato il compito di dare un apporto alla stabilità del veicolo quando l’andatura si fa più sostenuta.
Lo sviluppo aerodinamico della Ferrari Amalfi è il risultato di un progetto articolato e meticoloso, nato dalla stretta collaborazione tra il reparto di termofluidodinamica e il centro stile interno. Anche sulla nuova nata, come sulla progenitrice, la vista da dietro e di 3/4 posteriore restano le migliori, ma il vantaggio sull’anteriore si è ridotto rispetto a prima, quando non c’era proprio storia.
Il design della vettura nasce da un’impostazione fluida e minimalista, con volumi scolpiti e superfici pulite che esprimono maggiore modernità e dinamismo. Ai cerchi forgiati il compito di completare degnamente un’estetica sportiva e sofisticata.
Gli interni più passionali
Di rilievo i cambiamenti apportati all’abitacolo, che adotta una configurazione a doppio cockpit. Sparisce il tablet centrale della Roma, sostituito da un display integrato, più in linea con l’eleganza del modello. Così, all’interno, si vivono emozioni più glamour e meno nerd. Una scelta molto apprezzata dalla clientela, come quella del ritorno ad alcuni tasti fisici sul volante, ora disponibili per le regolazioni di set-up e l’iconico bottone rosso di accensione. L’ergonomia dei comandi garantisce un’interazione intuitiva con la vettura, anche durante la guida più dinamica.
Profumano di classe i pellami scelti per i rivestimenti della Ferrari Amalfi, che si coniugano in modo attrattivo con gli ampi inserti in fibra di carbonio, per una tela di grande esclusività. I due strapuntini dietro possono accogliere due bambini, allargando le opzioni d’uso del modello, ma è più probabile che questi volumi siano utilizzati per aumentare la capacità di carico. Un aspetto non secondario per un’auto che vuole fare della versatilità il suo punto di forza. In tal senso, apprezzabile è pure la possibilità di avere, su richiesta, il sollevatore anteriore utilizzabile sino a 35 km/h, che consente di superare agevolmente ostacoli urbani innalzando la vettura fino a 40 mm.
La nuova coupé del “cavallino rampante” integra le più recenti soluzioni tecnologiche della gamma Ferrari: il sistema di infotainment è completo e connesso, con Apple CarPlay e Android Auto di serie abbinati alla ricarica wireless per smartphone. A completare l’esperienza di bordo, il sistema audio premium Burmester, ma penso che in pochi oseranno ascoltare una musica diversa da quella trasmessa dal cuore meccanico del modello.
Motore e prestazioni di razza per la nuova Ferrari
La spinta della Ferrari Amalfi fa capo a un motore V8 biturbo da 3.9 litri di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 640 cavalli, a 7.500 giri al minuto. La cifra è più alta di 20 unità rispetto al modello precedente, grazie a diverse calibrazioni del sistema di sovralimentazione. La nuova centralina – già adottata su 296, Purosangue e 12 Cilindri – ha permesso di sfruttare al massimo il potenziale del propulsore.
In parallelo, si è lavorato sulla riduzione delle masse interne. Un processo accurato, di grande qualità ingegneristica, che ha prodotto i suoi frutti anche sulla reattività e sulla erogazione. L’energia della Ferrari Amalfi giunge al suolo, sulle ruote posteriori, con il supporto di una trasmissione a doppia frizione e otto rapporti, che assicura cambiate rapide e fluide. Per fortuna il sistema propulsivo è liscio, senza alcuna forma di ibridazione. Un valore aggiunto, non solo nella prospettiva romantica.
Le prestazioni sono di assoluto rilievo, quasi degne di una supercar, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 3.3 secondi e da 0 a 200 km/h in 9.0 secondi, grazie anche al rapporto peso /potenza migliore della categoria. La punta velocistica si inoltra nel territorio dei 320 km/h. Rispetto alla Roma, la Ferrari Amalfi offre una dinamica di guida perfezionata.
Questo è stato reso possibile dall’introduzione del sistema brake-by-wire, del controllore “ABS Evo” su tutti i fondi e in tutte le condizioni di guida e di una scatola guida ricalibrata, per una risposta ancora più precisa e progressiva. Ad accompagnare l’azione della nuova coupé emiliana ci pensa un sound più coinvolgente di quello della Roma, in termini di timbro, pur nel rispetto delle normative più stringenti sulle emissioni sonore varate dai legislatori internazionali.







