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Incentivi auto per 5 milioni di euro finiti in 5 secondi

L’auspicio è che il Governo Draghi recepisca le istanze della filiera auto italiana

Incentivi auto

Una delle novità delle scorse ore è che sono arrivati altri Incentivi auto per 5 milioni di euro. Da oggi alle 10, è stato attivato il fondo decreto Rilancio residuo M1 per la fascia di emissione 0-135 g/km, con un importo pari a circa 5 milioni di euro. Questi fondi, insieme a quelli già resi disponibili lo scorso 23 aprile, fanno parte delle risorse residue già stanziate per l’anno 2020. 

Per chi sono questi soldi? La fascia 0-135 g/km prende dentro elettriche, ibride plug-in, ibride, benzina e diesel. Parliamo di 5 milioni, mentre gli automobilisti hanno dimostrato che 500 milioni non bastano. Infatti, in passato, i bonus per auto a benzina e diesel sono andati a ruba. Invece, i gettoni statali per le elettriche ci sono tuttora: ovvio, sono macchine per pochi, causa prezzo e carenza di colonnine pubbliche.

Risultato di questo residuo: sito specifico dedicato ai bonus, del ministero dello Sviluppo economico, andato in tilt totale. Ovvio. Una marea di richieste, server stressato, ultra affollamento delle concessionarie che facevano il loro lavoro: piazzavano nel sito del ministero le richieste dei clienti. Domanda: ma perché la burocrazia deve complicare un sistema così semplice e lineare come quello dei bonus auto?

Tutto questo mentre in Francia il Governo ha messo sul piatto 8 miliardi di euro di incentivi auto. E mentre la Germania ha praticato una scontistica fiscale ancora più conveniente di quanto avvenuto nella terra dei galletti.

Incentivi auto

Parco auto italiano vetusto e pericoloso

Sarà ben difficile raggiungere target ambientali senza foraggiare gli automobilisti con incentivi per benzina e diesel. Sarà ancora più arduo puntare a quota 6 milioni di elettriche circolanti nel 2030, senza ecobonus statali.

Quante auto nuove incentivate con 5 milioni? Sono 3333 vetture: 1.500 euro di sconto per modello con rottamazione dell’usato. Di questo passo, l’Italia arrivare a rinnovare il parco auto nell’anno 3000 d.C. Con conseguenze pesanti per ambiente, sicurezza stradale, prezzi Rca, costi sociali dei sinistri e dello smog. Un’arretratezza automotive inammissibile se davvero vogliamo rilanciarci in Europa dopo la mazzata del Covid.

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