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Crisi dei chip: la produzione raddoppierà a 1.000 miliardi di dollari

crisi chip

In questo momento, valgono oro: parliamo dei microprocessori, così importanti per le vetture moderne, auto elettriche incluse. Per la crisi dei chip, le macchine assemblate restano nei piazzali in attesa dei semiconduttori. Richiestissimi sia dall’automotive sia dai Produttori di computer, smartphone, tablet. Ecco allora che si profila all’orizzonte il business: ci sarà un boom dei microprocessori nel mondo, secondo Capital Group, come riporta Milano Finanza.

Nel 2019, le vendite globali di semiconduttori ammontavano a 450 miliardi di dollari annui a livello globale. Arriveranno addirittura a 1.000 miliardi di dollari nel 2030. Ma da dove arrivano? Dall’Est asiatico. Che all’inizio della pandemia, visto lo stop alle vendite di auto, si è concentrato a fornire componenti alle aziende che sfornano computer. Taiwan controlla la maggior parte della produzione manifatturiera di semiconduttori di fascia alta. A comandare è Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC). Che intende spendere 100 miliardi di dollari da qui al 2023 per nuovi stabilimenti produttivi di chip.

Altri due colossi non stanno a guardare. Intel vuole sborsare la bellezza di 20 miliardi di dollari in due nuovi impianti in Arizona. E Samsung Electronics potrebbe costruire un nuovo sito manifatturiero in Texas per un valore di 17 miliardi di dollari.

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Soluzioni contro la penuria di microprocessori

In tutto questo, Stati Uniti e Unione europea si stanno attrezzando per rendersi il meno possibile dipendenti dai fornitori di Taiwan, ma in un momento delicatissimo come questo è difficile. Stesso discorso per i Costruttori auto, alle prese anche con la rivoluzione della gamma verso l’elettrico.

Per adesso, si cercano soluzioni momentanee, come la chiusura di alcune linee produttive. Peugeot, per la vecchia 308, ha pensato di produrla con la strumentazione analogica, anziché quella digitale. Formula intelligente per quella vettura, sostituita da quella di prossima generazione. Ma utilizzabile per pochi altri modelli dei Gruppi automobilistici.

A pagarne le conseguenze, possono essere anche i clienti che hanno ordinato un’auto in concessionaria (vittima anch’essa della crisi dei chip): possibili ritardi nella consegna del modello con gli optional richiesti.

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