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Pericolo hacker per le auto a guida autonoma: allarme Enisa

Mette in guardia tutti l’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza

auto a guida autonoma

Pericolo hacker per le auto a guida autonoma. Allarme lanciato dall’Enisa, l’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza. Creata un po’ tardi (nel 2004), ha una missione di enorme importanza, visto che ormai tutto si sta ultra digitalizzando. Deve sviluppare la cultura della sicurezza delle informazioni e delle reti. Una tutela per consumatori, imprese e settore pubblico. E adesso, nello specifico, in protezione di un settore fondamentale per l’economia Ue: l’automotive. Il tutto, in collaborazione con il Centro comune di ricerca Jrc, una direzione generale della Commissione europea: garantisce l’indipendenza delle attività di ricerca da interessi privati o dalle singole politiche nazionali.

Pericolo hacker per le auto a guida autonoma: cosa succede

Il rischio hacker lo si evince dalla nota dell’Enisa, dal titolo “Cybersecurity Challenges in the Uptake of Artificial Intelligence in Autonomous Driving”. Quindi, si intuisce subito che si parla di guida autonoma. Ovvio, più la macchina è evoluta, più per paradosso diventa attaccabile. Da una parte, le vetture robot dovrebbero far arrivare gli incidenti a quota zero. Un bene per la sicurezza stradale e per l’abbattimento dei costi sociali da sinistri. Dall’altra, la stessa self driving car può riservare pessime sorprese se gli accessi dall’esterno non sono chiusi ermeticamente, anche verso i più abili hacker.

Le minacce informatiche connesse all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale (IA) sono dietro l’angolo. Massima allerta per chi impiega tecniche di apprendimento automatico (machine learning): con questa tecnologia, il malintenzionato raccoglie, analizza e trasferisce dati utili a generare automaticamente decisioni.

Detto in parole povere, con radar, lidar e sensori, i veicoli riconoscono i segnali stradali verticali e orizzontali (le strisce per terra), rilevano altri mezzi, stimano la velocità, pianificano il percorso. Tutti sistemi, dice l’Enisa, vulnerabili ad attacchi che potrebbero compromettere il corretto funzionamento del veicolo.

Trucchi semplici nel campo della cibersicurezza automotive

Ma gli hacker entrano sempre nel sistema dell’auto? No. Si può essere pirati in modo semplice. Basta aggiungere vernice sulla strada o applicare adesivi su un segnale di stop per indurre il robot a classificare erroneamente gli oggetti. Morale, l’auto sicura che si ferma da sé, non rispetta l’alt e impegna l’incrocio. Con pericolo di incidente stradale gravissimo.

Quali soluzioni per prevenire i guai delle auto robot

Cosa suggeriscono gli esperti alle Case?

  1. Manutenzione regolare dei componenti dei sistemi di intelligenza artificiale durante l’intero ciclo di vita del veicolo.
  2. Valutazione e identificazione delle potenziali minacce legate alla diffusione dell’IA nelle auto senza conducente.
  3. Adeguato quadro normativo.
  4. Pervasiva cultura della sicurezza lungo l’intera filiera automobilistica.
  5. La sicurezza informatica dovrebbe divenire l’elemento centrale del design digitale sin dall’inizio.

Fonte, in inglese, Enisa: qui https://www.enisa.europa.eu/news/enisa-news/cybersecurity-challenges-in-the-uptake-of-artificial-intelligence-in-autonomous-driving. Cybersecurity Challenges in the Uptake of Artificial Intelligence in Autonomous Driving.

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