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Infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico in Italia nel 2030: quante?

Una previsione del numero di colonnine necessarie in futuro

mobilità elettrica 2030

Infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico in Italia nel 2030: quante? Una previsione del numero di colonnine necessarie in futuro l’ha fatta Motus-E. Ha stimato un target di 95-130.000 punti di ricarica al 2030. A seconda dello scenario utilizzato. Ovviamente, sono mille parametri in gioco. Immaginiamo un supporto diretto agli operatori per l’acquisto delle infrastrutture di ricarica. E un supporto per gli investimenti relativi alle opere civili, elettriche e delle connessioni alla rete. In questo caso, ecco un’offerta di servizi di ricarica omogenea sul territorio nazionale: dicendo addio al gap Nord Sud. Il tutto, differenziato in termini di potenza e velocità di ricarica: capillare sia in ambito urbano sia extraurbano.

Infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico: investimenti necessari

Ma quanti soldi servono? Motus-E fa una stima: 670 milioni di euro. Un sostegno per gli anni dal 2021 al 2026, tale da rendere l’Italia un Paese all’avanguardia per la mobilità elettrica. Al pari del resto d’Europa.

Due gli obiettivi principali.

  • Coprire le aree in cui gli operatori non riescono a garantire con propri capitali la capillarità.
  • Garantire un servizio di elevata qualità all’utente finale. Aiutando quelle infrastrutture non sovvenzionate. Che assicurano standard di servizio elevati e non raggiungono nei primi anni di crescita del mercato dei volumi sufficienti a ripagare gli investimenti effettuati dagli operatori.

Due i contributi.

  • Diretti al mercato per le 12 sole aree che non raggiungono (in assenza di contributi pubblici) la capillarità necessaria pari al 40% delle spese di investimento per le infrastrutture di ricarica lente e accelerate.
  • Contributi a copertura dei costi di esercizio per le infrastrutture di ricarica che non hanno ricevuto contributi pubblici (e quindi finanziate interamente dagli operatori di mercato). E che non raggiungono dei volumi minimi di erogato tali da ripagare costi e investimenti.

Conta la qualità per le ricariche elettriche

Attenzione. Motus-E mette in guardia. Servono operatori che rispettino dei livelli di servizio e qualità minimi: interoperabilità, customer service bilingue 24/7, livello minimo di disponibilità delle prese di ricarica (90% delle ore su base annuale).

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