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Punti di ricarica elettrica nei Paesi europei: quanti sono

Distribuzione diversa secondo la nazione

ricarica

Nazione che vai, stazioni per fare il pieno elettrico che trovi. Grazie a Motus-E, vediamo i punti di ricarica elettrica nei Paesi europei. Vale la pena osservare in via preliminare che ogni Stato fa come crede, non avendo l’Unione europea imposto target in materia. Ue che invece interviene in modo severo con le Case auto: se non si rispettano gli obiettivi di riduzione delle emissioni, scattano multe pesantissime a carico dei Costruttori.

Punti di ricarica elettrica nei Paesi europei: notevole sviluppo

Parliamo di Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi e Germania, tra i Paesi che più di tutti gli altri stanno puntando con decisione sulla mobilità elettrica.

  • Regno Unito. Con quasi 36.500 punti di ricarica in più di 13.000 location, di cui 9.263 a ricarica rapida, qui c’è stato un investimento consistente nelle fast e ultrafast, maggiore rispetto alle ricariche più lente. Investimento supportato anche da National Grid, che mira a infrastrutturare in modo ancor più efficiente la rete autostradale dell’isola, dice Motus-E.
  • Norvegia. La nazione più electric-friendly e il mercato più avanzato nella mobilità elettrica al mondo. A fine ottobre 2020, il parco circolante di BEV+PHEV era pari a 464.345 veicoli, il 70% dei quali BEV e il restante 30% PHEV. A ottobre 2020, i punti di ricarica pubblici registrati sul territorio norvegese sono 16.950 di cui 4.726 di potenza superiore a 22 kW , con una crescita poderosa negli anni.
  • Paesi Bassi. Con 61.974 punti di ricarica pubblici, di cui 1.803 fast, i Paesi Bassi sono in Europa il Paese con il più alto numero di installazioni pubbliche e terzo a livello mondiale dopo
    Cina (552.000) e Stati Uniti (79.000).
  • Germania. Sono 43.776 i punti di ricarica pubblici, di cui 6.834 fast, e pongono il paese appena dietro i Paesi Bassi per numero di infrastrutture pubbliche, spiega Motus-E.

Italia: come arrivare al livello del resto d’Europa in fatto di elettriche

Noi invece siamo indietro. Come sottolinea Motus-E, serve la semplificazione dell’iter burocratico per le installazioni. Rendendo unica la procedura di richiesta di autorizzazione alla manomissione e occupazione di suolo pubblico e che sia contestuale anche la autorizzazione alla manomissione di suolo e intervento sulle reti ai gestori della rete di distribuzione.

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