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Atlantia più forte in Borsa dopo il no per Autostrade alla Cassa depositi?

Come si evolve la questione della vendita di Aspi dopo il crollo del Ponte di Genova

crollo ponte genova
A large section of the Morandi viaduct upon which the A10 motorway runs collapsed in Genoa, Italy, 14 August 2018. Both sides of the highway fell. Around 10 vehicles are involved in the collapse, rescue sources said Tuesday. The viaduct gave way amid torrential rain. The viaduct runs over shopping centres, factories, some homes, the Genoa-Milan railway line and the Polcevera river.ANSA/LUCA ZENNARO

Atlantia più forte in Borsa dopo il no per Autostrade alla Cassa depositi? In seguito al crollo del Ponte di Genova dell’agosto 2018 (43 morti), qualcuno ha parlato di rapida soluzione dei problemi, con esito non favorevole ai Benetton. Che, lo ricordiamo, sono azionisti di maggioranza di Atlantia, la quale controlla Autostrade per l’Italia, gestore del tratto dov’era il vecchio Ponte Morandi sul Polcevera. Altri prospettavano una veloce revoca della concessione da parte dello Stato. In realtà, per ora, i Benetton stravincono. In parallelo, altri perdono, anche a livello d’immagine.

Atlantia più forte in Borsa dopo il no per Autostrade alla Cassa depositi? Cosa succede

Il titolo Atlantia in cima al Ftse Mib (+2,74% a 14,77 euro) dopo che la holding dei Benetton ha dato una comunicazione: l’offerta non vincolante ricevuta dalla cordata di Cdp Equity, Blackstone e Macquarie è inferiore alle attese. E dentro c’è una valutazione per il 100% di Autostrade per l’Italia (Aspi) inferiore rispetto al range indicato nelle precedenti lettere del 19 e 27 ottobre (8,5-9,5 miliardi di euro). Chi attendeva crolli di Borsa è stato clamorosamente smentito.

Quale futuro per Aspi a gennaio 2021

Ora, le cose sono semplici: il consiglio di amministrazione di Atlantia ha confermato la propria disponibilità a valutare un’eventuale offerta vincolante per la partecipazione. Purché rispondente all’interesse della società. Ma è ovvio: se si vende, si vuole incassare il più possibile. Dall’altra parte, Cdp cerca di spendere meno che può. Anche perché dovrà fare i conti con i risarcimenti del Ponte Morandi.

Se e quando Atlantia venderà, eliminerà il rischio politico, risolverà il problema del debito nella holding di 4,5 miliardi euro, e darebbe flessibilità finanziaria alla società. Insomma, per il momento, prospettive tutt’altro che negative.

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