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Mercato auto ad alimentazione alternativa in Usa e Cina

I dati su quello che non riguarda benzina e diesel

Cina-Usa

Report Anfia col mercato auto ad alimentazione alternativa in Usa e Cina. Iniziamo dagli States: nel 2019, 733mila light vehicle (LV) ad alimentazione alternativa, il 9% in più rispetto al 2018. Che registrava un incremento del 20% sul 2017. La quota delle vendite di LV ad alimentazione alternativa è in recupero dal 2017 (3,3%). E nel 2019 vale il 4,3% del mercato totale LV e nei primi 10 mesi del 2020 arriva al 4,9%.

Mercato auto ad alimentazione alternativa in Usa e Cina

Sempre in Usa, nel 2019 il mercato delle auto ad alimentazione alternativa conta 489mila unità. Mentre il mercato dei light truck ad alimentazione alternativa ne conta circa 244mila unità, in aumento del 29%. Le vendite di LV puro elettrico sono 244mila (+18%). Quelle di LV ibridi plug-in sono 85mila (-31%) e quelle delle ibride tradizionali 401mila (+19%). Da gennaio a ottobre 2020, 572mila LV ad alimentazione alternativa, in calo del 5,8%, di cui 259mila autovetture (-37%) e 312mila light trucks (+61%)

La premessa è che, nel 2018, le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal settore dei trasporti hanno rappresentato circa il 28,2% delle emissioni totali degli Stati Uniti. Rendendolo il maggior contributore di emissioni tra i diversi settori economici. In termini di tendenza generale, dal 1990 al 2018, le emissioni totali dei trasporti sono aumentate a causa, in gran parte, della maggiore domanda di viaggi.

Per capire la base di partenza, il numero di miglia percorse dai veicoli a motore leggeri (autovetture e autocarri leggeri) è aumentato del 46,1% dal 1990 al 2018, come risultato di una confluenza di fattori. Ossia crescita della popolazione, crescita economica, espansione urbana incontrollata e periodi in cui i prezzi del carburante risultano bassi. Tra il 1990 e il 2004, il risparmio medio di carburante dei nuovi veicoli venduti ogni anno è diminuito, con l’aumento delle vendite di autocarri leggeri.

Situazione in Cina: elettriche boom

Per anni le Case automobilistiche cinesi sono state in grado di prosperare con generosi sussidi governativi, grazie agli sforzi del Governo cinese per ridurre le emissioni di carbonio e l’inquinamento, ma dopo l’annuncio delle Autorità di ridurre di circa il 50% i sussidi nazionali per i NEV (new energy vehicles), le vendite sono crollate nell’ultima parte dell’anno. Il taglio del sussidio ha prodotto un impatto negativo sui produttori di NEV e ha danneggiato la redditività del settore.

Per sostenere i consumi interni, colpiti dall’epidemia di coronavirus, il Governo cinese ha prolungato gli incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici ricaricabili e a idrogeno (per un importo non superiore a 39mila euro) fino alla fine del 2022.

Nei primi 9 mesi del 2020 in UE28/EFTA sono state immatricolate 769mila nuove autovetture BEV+PHEV+FC (+49%), superando i volumi della domanda in Cina, 734.000 (-18%). In un momento come questo, l’accelerazione del mercato elettrico europeo ha superato le aspettative. La Cina sta cercando di diventare il primo mercato al mondo di veicoli elettrici, con l’obiettivo di espandere anche all’estero i veicoli elettrici di produzione cinese. L’industria cinese è in grado di controllare tutta la catena di fornitura a partire dalle materie prime, un vantaggio determinante per sfidare i concorrenti.

L’Ue è impegnata a sostenere le iniziative per intercettare parte della catena del valore della fornitura e recuperare anche il ritardo sull’idrogeno, espandendo la catena del valore dalla produzione al trasporto, allo stoccaggio e al consumo.

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