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Ritardi nei ritiri degli pneumatici fuori uso: allarme ambiente

Da mesi gli operatori del settore segnalano problemi di questo tipo, piazzali pieni di PFU in attesa di ritiro che espongono le aziende

pfu

Federpneus e CNA, in rappresentanza dei rivenditori specializzati di pneumatici e delle officine di autoriparazione, hanno inviato una lettera al ministero dell’Ambiente. Per sollecitare interventi urgenti. Contro cosa? C’è il problema dei ritardi nei ritiri degli pneumatici fuori uso (PFU). Da mesi gli operatori del settore segnalano problemi di questo tipo. Piazzali pieni di PFU in attesa di ritiro che espongono le aziende a rischi ambientali e sanzioni di natura amministrativa e penale legate al superamento dei quantitativi consentiti in deposito temporaneo presso le officine. Tutto questo avviene nonostante il regolare versamento del contributo ambientale.

Ritardi nei ritiri degli pneumatici fuori uso: tre soluzioni

In particolare, le associazioni di categoria chiedono nell’immediato le seguenti soluzioni:

  1. La sospensione temporanea delle sanzioni alle imprese che presentino una richiesta di ritiro inevasa o, in alternativa, un adeguato ampliamento di detti limiti, anche in virtù degli oggettivi effetti negativi derivanti, sull’intera filiera, dall’emergenza sanitaria.
  2. Rafforzare l’attività di vigilanza del Ministero sull’operare dei Consorzi e degli altri operatori direttamente coinvolti nella gestione dei PFU.
  3. Un aumento del target di raccolta, parametrato ai quantitativi effettivi di PFU che necessitano di essere correttamente raccolti con un equo incremento dell’attuale contributo ambientale se necessario.

Proteggere l’ambiente prima che sia tardi

Occorre affrontare con urgenza il problema prima che il cambio gomme stagionali comporti un vero proprio collasso del sistema. Prima che sia tardi. Vista la lentezza con cui le istituzioni si sono mosse dopo il Covid di febbraio 2020, facendosi beccare impreparati a fine ottobre 2020, sarà meglio muoversi.

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