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Ma quale mezzo pubblico: sì all’auto

Così gli italiani battono il Covid

auto

Perché il coronavirus fa meno paura? Anche per l’intelligenza degli italiani che si sono mossi in auto. Alla larga dal pericolosissimo mezzo pubblico. Bus, metropolitana, tram e treni sporchi, con poco spazio, con le goccioline di saliva che volano, pure sugli appositi sostegni. Per la società di consulenza Bcg, siamo all’inizio di una nuova mobilità. Secondo lo studio How Covid 19 will shape urban mobility, che ha coinvolto 5.000 abitanti delle principali città negli Stati Uniti, Cina ed Europa occidentale (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), il 37% degli italiani ha dichiarato di utilizzare molto meno di prima i mezzi pubblici. Preferendo l’auto. Se non hai i soldi (ma ora arrivano gli incentivi), o se sei single, giovane e lavori in centro a due passi dall’ufficio, allora a piedi o in bici.

Mezzo pubblico? No, macchina

Per fortuna, l’Italia è il secondo Paese fra quelli oggetto dell’indagine (dopo la Cina) per utilizzo della macchina privata come mezzo principale e terzo (dopo Cina e Usa) per interesse nell’acquisto di un’auto. D’altronde, il ministero della Salute ci ha detto di stare in guardia se e quando si usano i mezzi pubblici: raccomandazioni sacrosante. Tanto vale usare l’auto: si fa prima. Tutto più comodo e protettivo.

Ovviamente, gli ecobonus statali e le promozioni delle Case possono ancora di più cambiare la mobilità: auto che sporcano meno, che consumano meno, più sicure e funzionali.

Le tendenze nel mondo a livello di mobilità

I cambiamenti nel comportamento dei consumatori sono evidenti, spiegano gli esperti di Bcg. Rimane da capire se queste nuove abitudini siano destinate a rimanere e cosa significheranno per la domanda futura. Le prime conseguenze si osservano sull’acquisto di auto, prospettiva concreta per oltre il 60% dei cinesi.

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