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Accordo Governo-Autostrade: perché è tutto fermo

In base ai patti, i Benetton escono da Autostrade. Che viene statalizzata

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Ricordate l’accordo di luglio pubblicizzato dal premier Conte in merito ad Autostrade? Il senso era grosso modo questo: i Benetton escono poco alla volta da Autostrade per l’Italia (Aspi); al suo posto, entra lo Stato per il tramite di Cassa depositi e prestiti. Questo accordo Governo-Autostrade è stato sbandierato dall’Esecutivo M5S-Pd come vincente. A oggi, però, è tutto fermo.

Accordo Governo-Autostrade: che accade

Ecco perché il viceministro dei Trasporti grillino, Giancarlo Cancelleri, mostra segni di insofferenza. L’accordo che è stato raggiunto a luglio, dice, non si è ancora materializzato in atti concreti. E l’atto di revoca sta ancora sulla scrivania del presidente del Consiglio. Quale revoca? Spieghiamo: dopo il crollo del Ponte di Genova dell’agosto 2018, il M5S (specie di Maio) puntò alla revoca della concessione. Revoca mai avvenuta perché lo Stato avrebbe dovuto pagare una penale di 25 miliardi di euro, causa rescissione unilaterale del contratto.

Per Cancelleri, entro settembre vanno formalizzati tutti i principi di quell’accordo. Altrimenti? Servirà un provvedimento di revoca, sostiene il grillino. Revoca ultra-miliardaria, commentiamo noi, che sarebbe un trionfo economico per i Benetton.

Il problema dei soldi ai Benetton

Com’è lecito per loro, i Benetton (imprenditori, non benefattori) desiderano una contropartita dalla Cassa depositi e prestiti. Che teme il peggio. Pagare tanto per entrare in Aspi, pagare per la manutenzione delle autostrade, perderci con un calo dei pedaggi. La diminuzione delle tariffe al casello è stata annunciata e promessa dal Governo Conte. Dopo l’annuncio della revoca non avvenuto, sotto il profilo dell’immagine non abbassare i pedaggi sarebbe una sconfitta politica. In mezzo a tutto questo, c’è la Cassa depositi e prestiti. Intanto, l’apertura del nuovo Ponte di Genova è già avvenuta (vedi foto): questa data doveva essere decisiva per saperne di più su Autostrade. Invece, siamo a un punto morto.

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