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Hamilton in Ferrari, Horner: “Non si farà. Ecco perché”

Il Team Manager del Red Bull esclude un approdo di Hamilton alla Ferrari

Hamilton GP Abu Dhabi
Lewis Hamilton GP Abu Dhabi

Mancano due giorni alla presentazione della monoposto 2020 della Red Bull. Il capo del team Christian Horner e il pilota di punta Max Verstappen sono stati ospiti nella sede glamour di Covent Garden del colosso del marketing – e si può captare l’ottimismo. Horner parla del fatto che la Red Bull sia ben preparata come mai prima da quando hanno introdotto i motori ibridi in F1 nel 2014, aprendo l’era della Mercedes.

Asserisce quanto sarebbe “emozionante” se la Red Bull e Verstappen, e la Ferrari e la loro nuova giovane stella Charles Leclerc potessero ingaggiare una lotta a tre con la Mercedes al vertice della competizione. E Verstappen esprime fiducia di poter svolgere il proprio lavoro nelle condizioni migliori, purché la macchina sia all’altezza.

Ma un’ombra incombe su questo clima di positività, e si presenta con le sembianze di Lewis Hamilton, l’uomo trasformatosi in mostro imbattibile (o quasi) per la concorrenza.

Horner ammette che chiedere alla Red Bull di rompere l’egemonia delle frecce d’argento nel prossimo campionato è “una grossa richiesta”. Perché? “A causa dei risultati ottenuti negli ultimi cinque o sei anni”, sottolinea. Bisogna guardarla nell’arco delle 22 gare. Il costruttore anglo-tedesco ha sfoggiato immensa forza su qualsiasi tipologia di circuito.

Naturalmente, l’obiettivo della squadra di Milton Keynes è quello di accrescere la sua competitività su varie conformazioni di pista: sarà essenziale innalzare ulteriormente l’asticella per coltivare seriamente i propositi.

“Ma lo sport va a cicli e forse – solo forse – questa è l’occasione per inaugurarne uno nuovo. Sono cautamente ottimista – aggiunge Horner -. Entriamo nell’anno ben attrezzati, con stabilità nei regolamenti, con i piloti, con il personale. E ciò è un vero punto a favore. Vogliamo essere la compagine che nei prossimi mesi, lavorando sodo, darà filo da torcere alla Mercedes, nettamente però i favoriti”.

Red Bull in ascesa, Hamilton nel mirino

Se c’è qualcuno nel potere di porre fine all’egemonia, sicuramente la Red Bull ha ottime chance. Non tanto tempo fa, dopotutto, occupava la stessa posizione delle Mercedes, dettando legge nella classe regina del motorsport nel corso di quattro stagioni consecutive con Sebastian Vettel all’inizio del precedente decennio.

La Red Bull rimane il metro di riferimento in termini di gestione operativa – pit-stop, strategia di gara, approccio coi veterani e così via. Nessuno pone in discussione il genio del relativo capo design, Adrian Newey. Il partner del motore Honda ha compiuto progressi enormi al punto da portare le macchine a un tiro di schioppo dalle W10. E dispongono di Verstappen, uno dei sicuri campioni della nuova generazione.

L’olandese è un talento vivace, adrenalinico, una forza della natura, con otto vittorie all’età di 22 anni, ognuna eccezionale a modo suo. E, fattore importante, qualcuno di cui Hamilton ha confidato di temere. Stando alle dichiarazioni rilasciate, a Crazy Max concede maggiore spazio in confronto agli altri driver nelle bagarre, poiché piuttosto incerto sulle manovre che eseguirà.

Dunque, saranno Max Verstappen e Charles Leclerc della Ferrari a costituire la sfida numero uno per l’iridato Hamilton nel 2020? Pur solitamente spavaldo, il figlio di Jos Verstappen predica umiltà. Crede nella sua capacità di superare il rivale, ma si tratta di un aspetto figlio delle circostanze. E, laddove cambiassero, è possibile che prenda dei provvedimenti nello stile di guida. “Beh, se si guarda al Brasile, abbiamo appena corso duramente e in modo molto pulito”, ha detto, riferendosi al suo ultimo trionfo del 2019, durante il quale ha messo due volte la freccia su Hamilton in testa.

“Da parte mia, so che corro forte, ma è perché voglio cercare di ottenere il miglior risultato, e ci sono sempre riuscito. Ma lottare per il titolo implica una mentalità diversa. Noi non eravamo in quella lotta, sai di avere qualche gara quando puoi vincere, perciò tenti di fare di tutto per salire sul gradino più alto del podio. È una concezione differente quella in cui devi trovarti e Lewis è stato davvero bravo in questo – a distinguere i momenti in cui bisogna rischiare il 100% e dove, invece, vale la pena essere più conservatore. Insomma, dipende un po’ dallo specifico contesto”.

Horner aggiunge: “La vettura affidata a Max nei ruota a ruota non è seconda a nessuno. L’unica persona in grado di spingere Lewis all’errore è stato Max. Si pensi al Messico. Max è l’astro nascente. Ha 22 anni, è in ascesa. Lewis ne ha 35. È inesorabile in qualunque sport; c’è di continuo un’arrembante generazione in arrivo. E dal mio punto di vista la F1, con Max e Leclerc e gli altri giovani emergenti, è pronta per un anno particolarmente emozionante.

E ovviamente Lewis ha l’esperienza necessaria per affrontare i grandi momenti di pressione, frutto di un notevole know-how. Per la F1, sarebbe fenomenale se ci fosse un confronto a tre tra noi, Lewis, Charles, forse anche Sebastian. Sarebbe fantastico per gli stessi tifosi. Nella seconda metà del 2019 abbiamo assistito a gare mozzafiato e se il trend proseguirà, prepariamoci a uno spettacolo spaziale”.

Firmato un nuovo contratto, un peso fuori dalla squadra

Horner vede in Leclerc l’avversario più ostico della Ferrari. Ma avvisa di non tagliare dai giochi per il big prize Vettel, nonostante sia reduce da un periodo complicato, soggetto ad errori, e il fatto di aver chiuso in classifica generale dietro a Leclerc, matricola in Ferrari.

“Sarebbe sciocco liquidare Sebastian”, afferma Horner, che ben conosce il tedesco fin dai trascorsi della Red Bull. “Se ottiene una monoposto di suo gradimento, sappiamo che è fenomenale”. Per certi versi, Red Bull e la Rossa di Maranello approcciano in maniera simile il 2020. Entrambe hanno nel mirino la Mercedes, ed entrambe si sono prodigate ad avere un prospetto futuribile – sia Verstappen che Leclerc hanno sottoscritto quest’inverno estensioni di contratto a lungo termine.

A detta di Horner rappresenta un bene aver strappato il sì di Verstappen – fino al 2023 – in anticipo.

“È stato splendido il passo avanti di Max alla compagine sulla tematica alla conclusione dello scorso anno”, commenta Horner. “Dimostra la fiducia riposta nel team e nel gruppo di lavoro, quanto si senta a suo agio nell’ambiente, che è disposto ad impegnare il suo domani nella Red Bull, in particolare con un massiccio cambiamento normativo previsto nel 2021. E naturalmente nell’ottica della squadra – e anche dal suo – per eliminare a priori quelle speculazioni che si sarebbero inevitabilmente fatte.

Ad ogni appuntamento in calendario lo avrebbero bombardato di domande. Una distrazione in meno graverà sull’intero organico, permettendoci di concentrarci esclusivamente sull’andare a correre, spremere il massimo dalla macchina e, si spera, adoperarsi per insidiare Mercedes e Ferrari “.

Dove sarà Hamilton nel 2021?

Hamilton si trova in una posizione diametralmente opposta: il suo contratto scadrà a dicembre, e sopporterà esattamente il disagio descritto da Horner finché non si deciderà in un senso o nell’altro il proprio futuro.

Dove andrà Hamilton? Horner dice che la “conclusione logica” è che non se ne andrà da nessuna parte. “Immagino che la Mercedes sarebbe alquanto desiderosa di tenerlo”, dichiara Horner. “Ma è una questione finanziaria, in fin dei conti. Senza dubbio oggi sul settore automobilistico vengono esercitate pressioni finanziarie. Quindi, quando avvengono dei licenziamenti, ritengo sia difficile giustificare stipendi da record nella nostra epoca. Suppongo si imbastirà una normale trattativa commerciale tra il driver e il suo team”.

Hamilton e Leclerc saranno compagni di squadra nel 2021?

Horner considera, tuttavia, la Ferrari una destinazione plausibile per Hamilton, ma non è convinto dell’idea che il campione del mondo sarà influenzato dal fascino romantico del Cavallino Rampante. “Bernie Ecclestone sosterrebbe che i piloti bramino di appendere il loro casco al chiodo in Ferrari.

Ma sono dell’opinione che nel caso di Lewis possa risolversi diversamente. Lui ha seguito un approccio anticonformista nel corso della sua intera carriera. Sembra felice nell’ambiente in cui si trova. Se è il più competitivo, perché lasciarlo per il semplice gusto di guidare in un differente colore? Non condivido la teoria”.

E Horner smentisce degli accostamenti tra Hamilton e la  Red Bull. “No, non entrerebbe nel nostro programma”, puntualizza. “Abbiamo Max. Abbiamo sempre adottato la politica di investire nelle nuove leve, nutrendo e sviluppando quel talento. Lewis non rispecchia la filosofia”.

Con Vettel, il cui futuro è altrettanto misterioso dopo l’imminente stagione, non si assisterà a un ritorno di fiamma per le medesime ragioni.

Alla domanda se la Red Bull avrebbe riaccolto Seb, Horner nega freddamente.

E spiega: “È dura vedere in che maniera due alfa possano coesistere in un paddock. Si può scorgere il problema che la Ferrari ha sofferto. Perché dovrebbe essere diverso alla Red Bull? Lo stesso con Lewis alla Ferrari o Lewis alla Red Bull. È una dinamica molto difficile, specialmente in un duello serrato”.

La Red Bull ha due vetture, con l’anglo-tailandese Alex Albon alla sua seconda stagione in F1 dopo la promozione dalla Toro Rosso in estate, ma le speranze future sono tutto riposte su Verstappen. Ed è chiaro che fremono all’idea di concedergli la possibilità di ambire all’alloro. Horner non si sbilancia su chi sia l’alfiere migliore – Hamilton o Verstappen – ma ripete le parole proferite ad inizio 2019: il suo uomo è “il pilota più in forma in F1”.

“Se riusciamo a dargli gli strumenti per assolvere il compito, lui lo porterà a termine”, preannuncia Horner. “Ora ha cinque anni di esperienza in F1. Ha dovuto scavare a fondo. Ha incassato le critiche esterne quando ha commesso degli errori. L’ha retto molto bene. Non è mai crollato sotto la pressione, e presumo abbia ora il know-how e la stabilità per puntare in alto. La probabilità che Max sia il maggiore pretendente alla corona dopo Lewis è ineluttabile”. C’è sempre il rinnovamento. “Guarda al tennis, agli Australian Open – Novak Djokovic alla fine ha prevalso, ma il giovane austriaco (Dominic Thiem, ndr), l’ha messo talvolta alle corde. Questo accadrà per forza di cose anche in Formula 1″.

 

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