Un ingegnere fai-da-te ha sconfitto le bollette salate con 20 batterie Tesla

Nel seminterrato di un anonimo professionista della comunicazione, si può ammirare un sistema fatto in casa con 20 moduli di batterie Tesla.
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La Giordania potrebbe essere per molti l’inaspettata terra promessa dei veicoli elettrici in Medio Oriente. Qui, le importazioni di auto elettriche superano ormai la metà del totale degli arrivi. Il successo, alimentato da agevolazioni fiscali a tutela del clima, è un pilastro della strategia del governo per ridurre le emissioni di gas serra del 31% entro il 2030. Insieme ai veicoli, all’orizzonte, si profila anche una ondata incombente di batterie a fine vita, una crisi ecologica potenziale che il Paese non è attrezzato a gestire.

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In questo vuoto fiorisce un sorprendente settore imprenditoriale che, in questa storia “casalinga”, risulta acora più rivelatrice. Nel seminterrato di un anonimo professionista della comunicazione, si può ammirare un sistema di accumulo di energia fatto in casa, una pila di 20 moduli di batterie Tesla ricondizionati collegati ai pannelli solari sul tetto.

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L’ingegnere fai-da-te giordano ha ridotto la sua bolletta elettrica “a una piccola frazione di quella precedente”, dimostrando che l’ingegneria casalinga, imparata senza alcuna formazione specifica, può sconfiggere la rete pubblica.

Queste batterie Tesla ricondizionate provengono da officine che si stanno specializzando nel dare una seconda vita ai moduli a fine corsa per sistemi di accumulo mobili e fissi. Il settore è destinato a crescere, dato che la Giordania avrà quasi 200.000 batterie al litio ad alto voltaggio esaurite entro il 2035, come stimato dal Circularity Hub dell’Università giordana tedesca.

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Le batterie delle auto elettriche classificate “a fine vita” possono conservare fino all’80% della loro capacità originale, rendendole perfette per l’accumulo di energia domestico, stabilizzando la rete e permettendo alla Giordania di mirare al 50% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Un trionfo economico e ambientale. Certo, queste operazioni di ricondizionamento sollevano ancora gravi preoccupazioni per la sicurezza. Due recenti esplosioni legate alle batterie, una in un’officina, l’altra durante il trasporto, hanno costretto il Ministero dell’Ambiente a focalizzarsi su questa crisi imminente.

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La priorità al momento risulta essere dunque la regolamentazione e l’integrazione di queste officine informali in un solido sistema di tracciabilità e monitoraggio, garantendo sicurezza e qualità al mercato della seconda vita delle batterie.