Tesla pensava di esportare la sua tecnologia, ma nessuno vuole il suo FSD

Il progetto FSD di Tesla vacilla: trattative fallite, critiche alla sicurezza e il futuro della guida autonoma sempre più incerto.
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Per anni, l’intero castello di carte di Tesla si è retto sulla narrazione secondo cui l’azienda non fosse semplicemente un costruttore di auto, ma una pionieristica società di intelligenza artificiale e robotica. L’idea, ripetuta come un mantra da Elon Musk, era che il vantaggio della guida autonoma di Tesla fosse così incolmabile che le case automobilistiche tradizionali, per sopravvivere, avrebbero dovuto concedere in licenza il sistema Full Self-Driving (FSD).

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Musk aveva aperto le danze già nel 2021, parlando di “discussioni preliminari” e ribadendo la sua felicità di “concedere in licenza” Autopilot e FSD nel 2023. L’apice fu raggiunto nell’aprile 2024, quando dichiarò di essere “in trattative con una grande casa automobilistica” e di avere “buone probabilità” di firmare un accordo.

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Ora sappiamo cosa è successo. Nulla. Jim Farley, CEO di Ford, la probabile controparte di quelle “grandi case automobilistiche”, ha pubblicamente smentito l’idea di utilizzare l’FSD affermando senza mezzi termini che Waymo è migliore.

La confessione finale è arrivata da Musk stesso, tramite un post su X, dove ha ammesso che le discussioni si sono arenate. Musk accusa i competitor di aver chiesto “requisiti inapplicabili” per Tesla. La situazione però è chiara e i costruttori chiedono che il sistema di guida autonoma faccia esattamente ciò che promette, ovvero garantisca la sicurezza e si assuma la responsabilità legale quando attivato.

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Tesla si affida ancora alla sua implementazione “aggressiva” di software beta (ora Supervisionato) convalidato dai clienti. Questo approccio ha portato Tesla a una serie di indagini e cause legali federali negli States, come il recente accordo extragiudiziale raggiunto nel caso James Tran contro Tesla, riguardante una Model Y con Autopilot schiantatasi contro un veicolo della polizia. Con l’accordo, Tesla ha evitato il verdetto, ma il messaggio al settore è lampante: anche Tesla sa di rischiare di perdere queste cause in tribunale.

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Nel frattempo, importanti costruttori come Toyota hanno già scelto il competitor della Casa californiana, stringendo partnership con Waymo per integrare la loro tecnologia di guida autonoma nei veicoli destinati ai consumatori. Il sogno di Musk di vendere il suo software sembra dunque essersi infranto.