Alcune versioni di Tesla Model 3 e Model Y sono finite sotto osservazione per possibili problemi legati alla durata delle batterie. In particolare, determinati accumulatori mostrerebbero un degrado più rapido del previsto, con conseguenze potenzialmente rilevanti sulla vita utile del veicolo. A far emergere questi dati è stato un centro di ricerca indipendente con sede in Croazia, che ha analizzato nel dettaglio le diverse tipologie di batterie utilizzate dalla casa automobilistica americana.

Tesla, infatti, si affida a più fornitori per l’approvvigionamento degli accumulatori, una scelta che varia in base alle versioni e agli stabilimenti di produzione. I principali partner sono Panasonic, CATL e LG. Questa strategia permette al costruttore di ridurre i rischi legati alle forniture e di tenere sotto controllo i costi, ma, secondo lo studio, porta anche a differenze significative in termini di affidabilità nel lungo periodo.
Le batterie al litio ferro fosfato di CATL vengono montate sulle versioni a trazione posteriore, mentre per i modelli a maggiore autonomia si utilizzano accumulatori di tipo NMC forniti da LG e NCA prodotti da Panasonic. In linea generale, le batterie Panasonic sono installate sui veicoli assemblati negli Stati Uniti, mentre quelle LG provengono da impianti situati sia in Cina che in Europa, oltre che negli stessi USA. Una situazione articolata che rende difficile per i clienti capire esattamente quale tecnologia sia presente sulla propria auto.
Secondo le analisi condotte da EV Clinic, centro specializzato nella diagnosi e nella riparazione di veicoli elettrici, le batterie che presentano le criticità maggiori sarebbero proprio quelle di origine LG, in particolare le unità LG NCM 811 prodotte in Cina, nello stabilimento di Nanchino. I test indicano come questi accumulatori inizino a manifestare un degrado evidente già intorno ai 240.000 chilometri.

Di contro, le batterie Panasonic mostrerebbero una resistenza nettamente superiore, con segni minimi di usura anche oltre i 400.000 chilometri. Inoltre, gli esperti sottolineano che i pacchi LG risultano anche molto più complessi da riparare, se non addirittura impossibili da rigenerare in modo modulare. Il motivo risiederebbe in un deterioramento omogeneo dell’intero pacco, che impedisce la sostituzione dei singoli moduli, pratica invece possibile con le batterie Panasonic.
Queste differenze potrebbero avere un impatto sull’immagine di Tesla, soprattutto in un momento in cui l’azienda è sotto i riflettori per l’evoluzione continua della gamma e per la crescente concorrenza nel settore delle auto elettriche. Resta ora da capire se il costruttore interverrà per rivedere le proprie scelte di fornitura o per rafforzare le garanzie sulle versioni interessate.
