Mercedes ormai allo sbaraglio, e meno male: si cambia idea sul capitolo Classe A

La scelta sulla Classe A è una parziale inversione di marcia rispetto alla recente strategia Mercedes, che puntava con decisione verso l’alto nella gamma.
Mercedes Classe A Mercedes Classe A

La Mercedes Classe A è come quell’amico che annuncia di trasferirsi all’estero e poi, puntualmente, lo si ritrova al bar sotto casa. Doveva salutare tutti già nel 2025, lasciando spazio solo alla CLA, e invece no: a Stoccarda hanno cambiato di nuovo i piani.

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Dopo aver deciso di prolungare l’attuale generazione fino al 2028, ora è ufficiale che arriverà anche una quinta edizione della compatta premium, ancora con la classica carrozzeria cinque porte per continuare la battaglia con Audi A3 e BMW Serie 1.

Mercedes Classe A
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La nuova Classe A nascerà infatti sulla piattaforma MMA (Mercedes Modular Architecture), un’architettura flessibile che fa da base anche a CLA, CLA Shooting Brake, GLA e GLB. Il bello della MMA è che non si schiera su un versante energetico: va bene sia per motori mild hybrid che per propulsori totalmente elettrici. Avremo davanti un’auto camaleontica pronta a soddisfare mercati molto diversi.

Le versioni elettriche dovrebbero adottare un’architettura a 800 volt, con potenze comprese tra 201 e 354 cavalli e autonomie dichiarate fino a 700 chilometri. Sul fronte benzina, spazio al 1.5 turbo mild hybrid prodotto in Cina, probabilmente declinato con potenze da 136 a 190 CV. Insomma, c’è varietà per tutti i palati.

Mercedes Classe A

La scelta rappresenta una parziale inversione di marcia rispetto alla recente strategia Mercedes, che puntava con decisione verso l’alto con la propria gamma, lasciando le compatte un po’ in ombra. Ma i numeri parlano chiaro, col primo semestre dell’anno che vede le vendite globali calate del 6%, con una flessione del 19% sulle elettriche. E così anche la Stella, come altri costruttori, basti pensare alla Porsche, che ha appena rivisto le sue strategie elettrificate, ha capito che la parola d’ordine del momento non è più esclusività, bensì flessibilità.

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Il ritorno della Classe A non è solo una scelta commerciale, ma anche un messaggio politico, dato che la compatta della Stella continuerà a presidiare un segmento che, seppur meno redditizio, garantisce visibilità, volumi e soprattutto l’accesso a un pubblico giovane. Certo, l’utile per vettura non sarà stellare, ma meglio vendere migliaia di compatte che veder calare i numeri complessivi. E poi, dobbiamo dirlo, un mondo senza Classe A sarebbe stato un po’ più noioso.