Il settore automobilistico, all’indomani del caso Nexperia, si trova sull’orlo di un vero e proprio tsunami, e la causa è una banalissima carenza di microchip nella produzione. L’allarme, lanciato in modo enfatico (anche) dal Codacons che si allinea perfettamente alle preoccupazioni dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (Acea), preannuncia un futuro in cui i prezzi delle vetture, sia nuove che usate, sono destinati a lievitare a livelli persino irriverenti. Come se oggi fossero accettabili.
Il piccolo e onnipresente semiconduttore si sta dimostrando l’Achille di un’industria intera. Ed è una storia che si ripete, stavolta con un microchip di silicio come protagonista. La scarsità di componenti tecnologici di tale importanza, come accaduto spesso nella storia contemporanea, minaccia di rallentare drasticamente o bloccare del tutto le linee produttive. Le ripercussioni potrebbero essere immediate, soprattutto carissime, sul mercato e sui consumatori già stremati.

Il Codacons è lapidario sulla realtà attuale: “I tempi di consegna delle auto nuove si allungano e i prezzi delle vetture disponibili sono già in forte aumento”. Il meccanismo è circolare: la difficoltà nel produrre e immettere sul mercato auto nuove si riflette inevitabilmente sul mercato delle vetture usate, dove una domanda crescente non può che portare a un altrettanto inesorabile aumento dei prezzi.
Per gli automobilisti italiani, la situazione non è affatto una novità, ma un doloroso déjà vu finanziario. Il settore ha già subito rincari negli ultimi anni, con il prezzo medio delle auto in Italia che è passato da 21.000 euro nel 2019 a ben 29.300 euro nel 2024, segnando un aumento del +39,5%. E questo era solo l’antipasto.

La carenza di componenti sta per servire la portata principale, aumentando la pressione economica sui consumatori che, a quanto pare, non hanno altra scelta che accettare l’inflazione tecnologica.
Gli esperti avvertono che se non si troverà urgentemente una soluzione alla carenza di microchip, le conseguenze saranno “piuttosto gravi”: prezzi in aumento, tempi di consegna più lunghi e un impatto ancora più pesante sui listini e sulla disponibilità delle auto. In pratica, l’acquisto di un veicolo sta per trasformarsi in un’odissea di attesa e costi esorbitanti.
