La curiosità di molti costruttori si sta spostando (forse anche equivalendo) dallo sviluppo della potenza del motore a un aspetto ben lontano: il gaming a bordo dell’auto. A quanto pare, un numero sempre crescente di consumatori, anche quando odiano la tecnologia, desiderano ardentemente le comodità casalinghe trasposte sulla propria navicella a quattro ruote. Cosa si fa a casa che serve fare anche in auto? Si guardano film, si ascoltano i podcast e, appunto, si gioca ai videogame.
La transizione da “auto” a “centro di intrattenimento su ruote” è stata sostanzialmente innescata da una mossa di Tesla: l’inserimento di enormi tablet ai cruscotti. Quella che, di fatto, era una misura per ridurre i costi eliminando i comandi fisici, ha portato a una nuova moda apprezzata e richiesta dai consumatori. Nonostante il desiderio di manopole e quadranti (che, per fortuna, alcune case stanno riportando indietro), gli schermi giganti sembrano arrivati per restare. E dato che il gaming è diventato la televisione del XXI secolo, la sua integrazione in auto era inevitabile.

Inizialmente, il gaming in auto era considerato un riempitivo per i 20-40 minuti di sosta durante la ricarica (anche se poi tutti ti dicono che utilizzare un device durante la ricarica danneggia la durata della batteria). Ma ora, il gaming è indipendente dal tipo di propulsione. Con grandi schermi installati anche sui veicoli non elettrici, il risultato è evidente: console di gioco a portata di abitacolo, grande o piccolo che sia.
Le case automobilistiche si stanno muovendo: marchi come Volvo e Ford implementano già Google Built-In, che consente il download diretto delle app senza l’uso dello smartphone. Altri, come Audi, Volkswagen e BMW, si affidano al sistema AirConsole, che offre l’accesso a oltre 140 giochi da giganti come Atari, Steam, PlayStation, Xbox e Switch. I proprietari di auto di lusso, Mercedes in primis, sono particolarmente propensi a volere un’esperienza tecnologica personalizzata anche per i passeggeri, anche se si prevede che questa funzionalità diventerà rapidamente un must di mercato di massa.

Il gaming in auto diventerà un must solo se terrà d’occhio fattori quali il prezzo accessibile, il valore per l’utente finale e le pressioni sociali su questa pratica a bordo dell’auto. Se l’esperienza non è fluida al 100%, d’altronde, c’è sempre il proprio smartphone. Dunque, al primo posto, non possono che esserci sempre qualità e performance dell’implementazione di strumenti per il gaming, se si vuole conquistare un ampio pubblico.
La spinta per il gaming in auto, però, è sempre una questione di soldi. Le case automobilistiche sognano da decenni di trasformare i “servizi connessi” in piattaforme di pagamento redditizie. Le app e lo streaming in auto, se disaccoppiati dallo smartphone che avete già in tasca, potrebbero sbloccare queste entrate extra. Ma per convincere i consumatori a pagare, è necessaria un’esperienza impeccabile, a partire dall’introduzione al cliente, anche se al concessionario non sono tutti esattamente specializzati nell’utilizzo delle console da gioco.
