Il mercato delle auto elettriche ha rallentato negli ultimi mesi, ma nel complesso la loro quota di mercato è in costante crescita rispetto ad altre motorizzazioni. Le istituzioni europee continuano a spingere con incentivi e normative verso la mobilità a zero emissioni, e l’Unione Europea ha fissato al 2035 lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel. Nonostante le difficoltà attuali, la direzione appare ormai irreversibile.
Secondo uno studio, entro il 2032 più di un’auto nuova su due in Europa sarà elettrica

Uno studio pubblicato il 9 settembre da EY e riportato da Automotive News Europe stima che nel 2032 oltre la metà delle nuove auto vendute in Europa sarà elettrica. Le ibride continueranno a crescere fino alla fine del decennio, ma verranno superate dall’elettrico già intorno al 2030. Entro il 2050, secondo lo studio, i modelli a batteria domineranno quasi interamente il mercato, lasciando i motori termici al passato.
La spinta arriva da più fronti, con le politiche pubbliche che fissano obiettivi sempre più stringenti sulle emissioni e i costruttori che accelerano il lancio di nuovi modelli. Dopo mesi di stallo, la domanda sta lentamente riprendendo, anche se i prezzi restano la principale barriera per molti consumatori.

Il percorso, tuttavia, è ancora complesso. L’industria europea paga i ritardi accumulati per la scarsa offerta di modelli accessibili, lasciando spazio ai marchi cinesi, che hanno conquistato rapidamente terreno con auto a prezzi aggressivi. Al Salone di Monaco di quest’anno, i costruttori europei hanno provato a reagire presentando nuove elettriche, ma la concorrenza asiatica resta forte e continua a mettere pressione su aziende già provate dagli elevati costi della transizione.
A complicare ulteriormente lo scenario ci sono le tensioni geopolitiche. Gli Stati Uniti hanno introdotto nuovi dazi, mentre la Cina, che controlla gran parte del mercato delle terre rare indispensabili per le batterie, ha già dimostrato di poter creare delle carenze a livello globale, utilizzandole come risposta ai dazi doganali imposti dall’Occidente. L’Europa si trova così stretta tra Washington e Pechino, in una sfida che va ben oltre la sola transizione energetica e che mette in gioco il futuro stesso dell’industria automobilistica europea.
