Il settore automobilistico europeo si trova al centro di un acceso dibattito sul futuro dei motori a combustione. I principali costruttori del Vecchio Continente hanno lanciato un vero e proprio allarme: l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di bandire le auto con motore tradizionale entro la metà degli anni 2030 non appare più realistico. A preoccupare non sono solo le sfide tecnologiche, ma anche i rischi per la competitività industriale e la tenuta della catena di approvvigionamento.
In una lettera indirizzata alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, i vertici dell’ACEA (Associazione dei costruttori) e della CLEPA (Associazione dei fornitori) hanno denunciato una situazione definita insostenibile: all’industria viene chiesto di trasformarsi con “le mani legate dietro la schiena”, senza tener conto delle difficoltà concrete.

I firmatari, tra cui Ola Källenius, numero uno di Mercedes e presidente di ACEA, e Matthias Zink di Schaeffler per CLEPA, hanno sottolineato come raggiungere i severi obiettivi di CO2 al 2030 e 2035 non sia più fattibile nelle condizioni attuali.
Le criticità elencate non sono di poco conto. Si parla, infatti, di costi produttivi più alti rispetto ad altre aree del mondo, una dipendenza quasi totale dall’Asia per la fornitura di batterie, infrastrutture di ricarica ancora incomplete e frammentate, oltre alle politiche tariffarie introdotte dagli Stati Uniti che penalizzano l’import di auto europee. Tutti elementi che rischiano di mettere in ginocchio il più importante comparto manifatturiero della regione.

Nonostante i progressi, i numeri parlano chiaro: solo il 15% delle auto circolanti in Europa è elettrico, percentuale che scende al 9% per i van e al 3,5% per i camion. Una diffusione troppo lenta rispetto alle ambizioni fissate a Bruxelles. Inoltre, una parte significativa dei consumatori resta ancora diffidente verso l’acquisto di vetture a batteria, motivo per cui i leader del settore chiedono incentivi stabili e duraturi, insieme al riconoscimento di tecnologie di transizione come gli ibridi plug-in, i motori a idrogeno o i carburanti sintetici.