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Fca: crescono del 14% gli utili in Europa

La politica di contenimento costi porta a risultati commerciali positivi nel primo semestre 2019

Fca ha aspettato l’ultimo giorno utile di luglio per diramare il rapporto sui risultati produttivi e finanziari conseguiti nel secondo trimestre annuo. Il verdetto? Possibilità concrete e solidità, la risposta attesa dai mercati dopo le trattative di fusione saltate con Renault e imprescindibile per riconquistare quella forza contrattuale agli occhi di chi reputava l’operazione opportuna, ma non indispensabile.

Mike Manley spiega in una nota che continuano a tenere la porta aperta alla opportunità. Qualora dovessero presentarsi saranno i primi a coglierle, altrimenti andranno avanti solo con le proprie gambe. Ammettendo la grande occasione per loro e la Losanga, l’amministratore delegato puntualizza che non era strettamente necessaria. Il business plan del gruppo italo-americano procede pure senza l’avvenuta fusione, anche se, ovviamente, rilevanti sinergie avrebbero giovato.

Un milione e 157mila i veicoli consegnati nel mondo, con un calo dell’11 per cento, a 26,7 miliardi scendono i ricavi (-3%), mentre l’utile netto è aumentato a 793 milioni (+14%), proseguendo il contenimento dei costi, delle iniziative commerciali e degli stock.

Fca: il diktat è razionalizzare

Importanti i risultati conseguiti in America Latina e in Nord America, con un incremento considerevole dell’interesse per le nuove uscite, e i relativi progressi compiuti per amministrare le attività con disciplina. Quindi l’ottimizzazione dei costi, dei servizi e degli approvvigionamenti in ambito internazionale ha permesso un segno positivo durante il secondo trimestre.

In futuro andrà stabilita la gamma europea. Per la realizzazione della Fiat 500 elettrica a batteria sarà comunque cruciale effettuare gli investimenti annunciati nello stabilimento di Mirafiori a Torino. La seconda parte del 2019 si preannuncia complicata, del resto non sono previsti lanci di nuovi prodotti nel Vecchio Continente.

I numeri del secondo trimestre 2019

Appurati i passi in avanti nelle uscite, resta ancora molto lavoro in sospeso. Da aprile a maggio, le vetture Fiat Chrysler vendute in Europa ammontano – secondo i dati ufficiali – a 531.272, con un decremento, rispetto all’analogo periodo del 2018, del 9,5 per cento. In controtendenza all’andamento negativo, Lancia ha venduto 34.767 Ypsilon in Italia (unico mercato di riferimento), mettendo a segno una crescita percentuale del +27,4%, mentre la Jeep si attesta a 89.379 unità vendute, per un più 1,8%.

Fiat e gli altri marchi

Per quanto attiene, invece, alla Fiat, il Lingotto ha venduto 376.064 vetture, con una flessione del 10,2% e una quota di mercato che passa dal 5 al 4,6 per cento. Destano preoccupazione le condizioni del ‘paziente’ Alfa Romeo, con le vendite precipitate a 27.702 esemplari contro i 50mila del 2018, ossia -42%.

Nel Belpaese, Fca ha registrato 268.234 unità immatricolate, con una diminuzione delle vendite del 12% e una quota mercato del 24,79%. Fiat totalizza 170.606 contratti (-14,86%), Alfa Romeo sprofonda da 27.279 a 14.402 (-47,20%) e Jeep ha un ribasso a 47.073 (-2,06%). Per il marchio Maserati, in calo del 46%, sono stati programmati investimenti protesi al lancio di dieci modelli nel prossimo quadriennio.

 

 

 

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