La Lancia Delta S4 è uno dei “mostri” del Gruppo B. Questa è una “belva” da gara che viaggia come un missile. Tutto è orientato alle performance estreme. Già a guardarla mette soggezione. Il sound sottolinea con efficacia il suo carattere dirompente. Auto del genere non sono per tutti. Spingerle al limite è un’arte per pochi, ma anche dei bravi driver, senza carriera agonistica alle spalle, possono divertirsi a un ritmo molto spedito.
Il video pubblicato nelle scorse ore sul canale YouTube di Davide Cironi ribadisce i concetti prima espressi. Nei fotogrammi scorre la magia della vettura torinese, offerta in una dimensione forse mai vista prima. Questo aggiunge fascino al flusso delle immagini, conferendogli un valore quasi religioso. Le riprese on board, condite da un sound mozzafiato, proiettano in una dimensione emotiva unica, nonostante sia vissuta dietro uno schermo.
Un plauso va all’autore, che ha saputo trasmettere al meglio le vibrazioni sensoriali elargite dal mezzo. Anche i suoi collaboratori sono stati in grado di interpretare con grazia il tema. Ne deriva un risultato di alto pregio, con un video che incolla gli occhi del pubblico ad ogni singolo frame. Qui tutto è poesia. La vera protagonista è lei. Un mito assoluto. La Lancia Delta S4 è un “mostro” da gara Made in Italy. Pensando a cosa sapeva fare il costruttore torinese nel suo passato, viene qualche lacrima di delusione guardando al presente del marchio.
Il modello di cui ci stiamo occupando ha dato continuità, nell’universo dorato dei rally mondiali, a quella nobile stirpe aperta dalla Fulvia e proseguita con la Stratos e la Rally 037. Dopo sono giunte le varie Delta HF, più vincenti di lei, ma con un fascino nemmeno lontanamente paragonabile. A fare la differenza, a suo vantaggio, sono fattori spirituali, come il carisma e la forza bruta della Lancia Delta S4. Elementi che l’hanno consegnata alla leggenda. Questa vettura è come un vulcano. La sua energia è più alta di quella dell’Etna in eruzione. Fa muovere i sismografi.

La berlinetta torinese fu prodotta dal 1985 al 1986 per affrontare le prove speciali, nell’ambito del già citato Gruppo B, categoria poi abortita per qualche drammatico incidente. Rispetto alla versione stradale, prodotta in 200 esemplari come da capitolato regolamentare, quella da gara era (e resta) di un altro pianeta. Cironi lo sottolinea, giustamente, nel suo fantastico video. L’ingegnere Claudio Lombardi, autore del progetto di questa creatura, fece un lavoro straordinario, proiettando la casa automobilistica torinese nell’universo della trazione integrale. Ciò per superare i limiti della precedente Rally 037 che, con le sue 2 ruote motrici, non era più competitiva rispetto alle rivali a 4 ruote motrici.
Sotto l’imponente cofano posteriore della Lancia Delta S4 trova comoda accoglienza un motore a 4 cilindri in linea da 1.759 centimetri cubi di cilindrata, a 16 valvole, con compressore volumetrico Volumex e turbocompressore KKK. Il primo garantiva un’iniezione energetica ai bassi regimi, l’altro agli alti. Così l’intera gamma era coperta, con vigorose scariche di coppia. La Lancia Delta S4 Gruppo B fece il suo debutto in gara con una potenza massima di 450 cavalli, ma poi il valore crebbe nei vari step evolutivi, fino a raggiungere la stratosferica cifra di 530 cavalli, esercitati su un peso inferiore alla tonnellata (precisamente pari a 970 chilogrammi).
Il tenore delle performance era spaziale, con una spinta travolgente a tutti i regimi. Sano il suo comportamento dinamico, ma pur essendo una vettura che dà confidenza, la gestione dei suoi limiti estremi impone un livello di maestria da campione. Per quanto concerne il telaio, la Lancia Delta S4 sposa la soluzione del traliccio, su cui trova ancoraggio la leggera carrozzeria, plasmata in materiali compositi. Su questa vettura non ci sono fronzoli. Tutto bada al sodo. Le corse sono il suo mondo e qui le leziosità sono sprechi. Quella di cui ci stiamo occupando non è un’auto bella, ma ha un carisma mostruoso. Impossibile confonderla con altre. Anche il suo carattere è unico. Video docet. Buona visione!
