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Il 4 cilindri che grida: com’è fatto il nuovo motore Hurricane di Stellantis

Questo propulsore a breve in “servizio” per il gruppo Stellantis, non è solo un update, è una dichiarazione di guerra al ridimensionamento.

stellantis Hurricane 4 Turbo

Anche se si dice da tempo che l’era dei motori a combustione interna sembra destinata a un lento e doloroso tramonto, Stellantis ha deciso di non morire in silenzio, ma di rilanciare un potente grido di sfida. Stiamo parlando del nuovissimo Hurricane 4 Turbo da 2,0 litri.

Questo propulsore a breve in “servizio” per il gruppo Stellantis, non è solo un update, è una dichiarazione di guerra al ridimensionamento, erogando oltre 320 cavalli e una coppia di 450 Nm in un pacchetto compatto. Si fa di tutto per fornire le prestazioni di un sei cilindri, ma con l’efficienza (e i costi) di un quattro, consumando il 10 percento in meno di carburante rispetto al suo predecessore da 2,0 litri, ed erogando il 20 percento in più di potenza. Una vera e propria magia sui numeri.

stellantis Hurricane 4 Turbo

“Questo motore è una bomba”, ha dichiarato con entusiasmo Micky Bly, responsabile dei sistemi di propulsione globali di Stellantis, e i numeri sembrano dargli ragione. L’Hurricane 4 Turbo raggiunge 324 cavalli (o 328 CV metrici) a 6.000 giri/min, vantando un incredibile valore di 164 cavalli per litro per un motore di serie. Si tratta di uno dei quattro cilindri più densi di potenza sul mercato.

Grazie a un sofisticato turbocompressore a geometria variabile (VGT), ben il 90 percento della coppia è disponibile già a 2.600 giri/min, garantendo quella risposta immediata che serve a giustificare il costo extra per il turbo. La vera chicca è l’impiego della tecnologia Turbulent Jet Ignition (TJI), mutuata direttamente dai motori da corsa di alta gamma. Questo sistema, invece di affidarsi a una singola candela, utilizza una piccola precamera che crea getti di gas, provocando una combustione più rapida e completa.

Stellantis usa così un sistema degno della migliore ingegneria sportiva per permettere al motore di funzionare con benzina tradizionale a 87 ottani, grazie anche all’adozione del ciclo Miller e un elevato rapporto di compressione di 12:1. Tanta sofisticazione e per il carburante più economico.

jeep gran cherokee 2026

Ad aggiungere strati di complessità ingegneristica c’è il sistema di doppia alimentazione: utilizza sia l’iniezione indiretta tradizionale che l’iniezione diretta ad alta pressione. In caso di forte accelerazione, entrambi lavorano in tandem, fornendo potenza massima, ma al minimo, si affida alla sola iniezione diretta per ridurre rumore e vibrazioni.

Il cuore del nuovo Hurricane di Stellantis è un monoblocco in alluminio pressofuso robusto, le cui pareti dei cilindri sono più spesse del 24% rispetto al precedente 2,0 litri. La durata è poi garantita dal rivestimento Plasma Transfer Wire Arc (PTWA), una tecnologia di derivazione aerospaziale che sostituisce le tradizionali canne in ferro con un rivestimento in acciaio sottile e ultraresistente, dieci volte più resistente all’usura. Dunque, un motore destinato a durare in eterno, pronto a debuttare sulla Jeep Grand Cherokee del 2026.