Terre rare, c’è un altro importante Paese che sta gonfiando il petto

L’India punta sulla produzione locale di magneti in terre rare per ridurre la dipendenza dalla Cina e rafforzare la sua industria high-tech.
REPM, terre rare india REPM, terre rare india

La dipendenza da un unico fornitore globale, specialmente quando questo è la Cina, si è trasformata in un incubo per l’India. Le recenti restrizioni cinesi sull’esportazione di magneti in terre rare e prodotti correlati hanno costretto diversi produttori di veicoli elettrici indiani a ridurre la produzione, rendendo il settore automobilistico e le industrie high-tech vulnerabili a interruzioni della catena di approvvigionamento.

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Non parliamo di un’India relegata al passato. Per chi non fosse molto aggiornato, l’India è uno dei paesi BRICS (grandi “economie emergenti” che stanno cambiando da tempo la geografia dell’economia globale, di cui fa parte anche la stessa Cina). Un Paese, insomma, da tenere d’occhio. Nell’anno fiscale 2025, l’India ha importato 53.748 tonnellate di magneti in terre rare (REPM), quasi il doppio rispetto all’anno precedente, quando erano 28.700 tonnellate. È chiaro che la necessità di localizzazione è diventata una priorità strategica. L’Europa ne sa qualcosa.

REPM, terre rare india
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Per risolvere questo problema di sicurezza nazionale e industriale, il governo indiano ha lanciato un nuovo ambizioso schema con un esborso finanziario totale di 72,8 miliardi di rupie (circa 703 milioni di euro). L’obiettivo è liberarsi dalla Cina e creare i primi impianti di produzione REPM integrati in India.

Il piano è ben strutturato. 7,5 miliardi di rupie (72,5 milioni di euro) andranno in sussidi in conto capitale per l’allestimento degli impianti, mentre la maggior parte del budget, 64,5 miliardi di rupie (623,5 milioni di euro), sarà erogata in incentivi legati alle vendite distribuiti su cinque anni. Per gli 800 milioni di rupie rimanenti, si attende ancora la destinazione.

L’obiettivo fissato dal governo è localizzare la produzione annua di 6.000 tonnellate di REPM, con un elevato grado di localizzazione lungo tutta la filiera, dagli ossidi di terre rare ai magneti finiti.

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Attraverso una gara d’appalto, verranno selezionate cinque aziende, ciascuna con una capacità produttiva massima di 1.200 tonnellate. Le aziende selezionate avranno sette anni per aderire al programma: due anni per l’allestimento degli stabilimenti e cinque anni per incassare gli incentivi basati sulle vendite. Il governo indiano scommette che i REPM rimarranno vitali per i settori chiave, appunto veicoli elettrici, energie rinnovabili, elettronica, aerospaziale e difesa, prevedendo che la loro domanda raddoppierà entro il 2030 rispetto ai livelli del 2025.