Sta facendo molto rumore la notizia secondo cui il gruppo Stellantis realizzerà la sua gigafactory con CATL in Spagna a Saragozza con Fondi UE e circa 2 mila operai cinesi. La notizia suona infatti un po’ da beffa per gli stabilimenti italiani del gruppo che versano in condizioni assai difficili e soprattutto per tutti quei dipendenti che in questo momento non lavorano a causa del calo della domanda per i modelli prodotti nelle fabbriche. Questo soprattutto per la mancanza di nuove auto.
Stellantis: fondi Ue e manodopera straniera spingono la gigafactory in Spagna, mentre l’Italia resta a mani vuote
Secondo quanto riporta il Financial Times, saranno circa 2 mila operai provenienti dalla Cina a costruire la nuova Gigafactory. Questo in quanto i cinesi sarebbero riluttanti a condividere i segreti relativi alla propria tecnologia e dunque vogliono fare tutto loro. I fondi UE stanziati per questo progetto sarebbero 298 milioni di cui dunque beneficerebbero questi operai cinesi e la Spagna che ovviamente avrà grossi vantaggi dalla creazione di questa Gigafactory nei pressi del suo stabilimento dove vengono prodotte tra le altre anche le nuove auto di Leapmotor.
Gli operai cinesi comunque saranno utilizzati solo per realizzare la fabbrica e non dovrebbero rimanere una volta che i lavori saranno completati. Infatti si prevede che la gigafactory di Stellantis avrà circa 3 mila dipendenti e saranno quasi tutti spagnoli.
Il nuovo impianto sorgerà su un terreno di Stellantis, accanto alla fabbrica storica degli anni ’80, e dovrebbe avviare la produzione entro il 2026. Sempre secondo il Financial Times, CATL non ha ancora chiarito quanti operai cinesi saranno impegnati nei lavori, ma nel vicino comune di Pedrola ha già cercato terreni aggiuntivi per costruire strutture industriali e residenziali.
La gigafactory viene considerata strategica per la transizione elettrica europea, soprattutto dopo le difficoltà della svedese Northvolt, finora principale rivale nel settore. Per la Cina, però, il progetto si inserisce nella strategia di Xi Jinping di rafforzare la dipendenza tecnologica dell’Europa, replicando quanto fatto in Africa con infrastrutture costruite da manodopera cinese. Intanto, il Pentagono ha inserito CATL tra le aziende sospettate di legami con l’esercito di Pechino.
In Spagna il progetto ha raccolto consensi sia dal premier socialista Sánchez, che ha incontrato Xi più volte, sia dal Partito Popolare, mentre Vox lo contesta. Stellantis, che riceve fondi Ue per l’impianto aragonese, in Italia ha invece fermato linee produttive e sospeso la gigafactory di Termoli.