Il Saratoga Automobile Museum ha messo in scena, proprio questo settembre, una delle aste più frizzanti degli ultimi anni, con diversi milioni di dollari raccolti e due nuovi record mondiali che faranno discutere a lungo. Tra i protagonisti assoluti c’è stata una Ferrari 458 Speciale, capace di catalizzare l’attenzione di collezionisti e appassionati e di strappare la cifra monstre di 800.000 dollari, la più alta mai pagata per questo modello in un’asta pubblica.
Il valore della Ferrari in questione non risiede soltanto nella cavalleria e nel blasone del Cavallino Rampante, ma anche nella sua provenienza. Faceva infatti parte del lotto di sei auto appartenute a Kris Roglieri, broker finanziario di Albany attualmente dietro le sbarre. Ce ne dispiace, certo, ma molto meno per la supercar che ha trovato un nuovo garage dove farsi vedere.
I fiduciari incaricati della gestione dei suoi beni hanno portato in asta l’intera collezione (e che collezione!), ricavando complessivamente 2,7 milioni di dollari. In pratica, per gli acquirenti, un pezzo di Maranello con annesso retroscena da sceneggiatura di Hollywood. Le sorprese non sono finite qui. Oltre alla Ferrari, un’altra icona ha riscritto i libri dei record: una Jaguar XKE del 1974 cabrio, fresca di un restauro da 250.000 dollari, ha infatti cambiato proprietario per 156.750 dollari. Non la cifra più astronomica della serata, ma sufficiente a fissare un primato mondiale per questo modello specifico.
Tra i pezzi più ambiti vanno segnalati anche i 660.000 dollari spesi per una Lamborghini Aventador SVJ del 2020 e i 187.000 dollari per una scintillante Cadillac Eldorado Biarritz del 1959. Alcune vetture, però, hanno trovato meno fortuna: la Porsche 911T, l’Hummer H2 EV e persino la Cadillac più anziana del lotto, risalente addirittura al 1906, non hanno trovato acquirenti. Evidentemente, non tutti i gioielli vintage riescono a brillare allo stesso modo sotto i riflettori di Saratoga.
In totale, circa il 70% delle auto in catalogo, tra cui brilla la Ferrari, ha cambiato garage, confermando la vivacità di un mercato che, tra passioni automobilistiche e speculazioni finanziarie, continua a muovere cifre da capogiro. Il museo non ha ancora comunicato l’incasso netto, anche perché restano da conteggiare alcune vendite post-asta e le immancabili spese di gestione.